Carissimi tutti
Ultima sera in Sudafrica.
Sta mattina siamo partiti da Città del Capo prima delle otto
per non pagare ulteriormente il parcheggio dei mezzi e sperando anche in questo
modo di essere più veloci in uscita dalla città. Il traffico era a tratti
abbastanza intenso visto l’orario dell’apertura degli uffici. La temperatura
era invernale e ci ha accompagnato fino a destinazione.
Appena usciti da Città del Capo e lasciato alle spalle le
case e i capannoni della città, ci siamo inoltrati nella campagna delle grandi
distese di grano e di colza. A metà tragitto abbiamo attraversato la valle del
vino con immense vigneti da dove arrivano i migliori vini sudafricani insieme a
quelli della Città del Capo. Abbiamo viaggiato per diversi km vedendo vigneti a
perdita d’occhio per tutta la vasta valle.
Dopo questo il paesaggio è cambiato immediatamente e siamo
entrati nel nulla più totale. La strada si è inoltrata in un paesaggio dove non
c’era che qualche cespuglio di piante grasse. I paesi si sono diradati sempre
di più e quelli incontrati sembravano essere la rappresentazione di villaggi
fantasma. Tante volte ci siamo chiesti di che cosa si potesse vivere in questi
posti.
Arrivati nel lodge che avevamo prenato ieri sera con l’aiuto
di una ragazza congolese ospite della Scalabrini house, ci è sembrato di essere
arrivati alla fine del mondo. Pochissime case sparse nel nulla più totale.
L’unica cosa che ha attirato al nostra attenzione è stata la presenza di grandi
blocchi di granito vicini alla ferrovia che qui finisce quasi a voler dire che
oltre non c’è più niente. Molto probabilmente nelle vicinanze ci deve essere
una cava, ma non abbiamo capito dove si trovasse.
La casa dove alloggiamo sembra un po’ la casa delle bambole,
con una signora anziana molto gentile, ma che non si capisce molto che lingua
parli. Ieri sera avevamo parlato con un certo John che lei cita sovente e
sembra abiti nelle stanze vicine, ma non siamo ancora riusciti a vederlo al
punto che è diventato un po’ un ritornello divertente tra noi. Non abbiamo
neanche ancora capito se avremo la possibilità di accedere alla linea internet.
Il computer sente una rete, ma non avendo la password diventa impossibile
collegarsi. Peccato, speriamo domani.
Domani dovremmo arrivare alla frontiera e passarla in modo
da poter dormire già in Namibia. Speriamo che tutto proceda per il meglio. Le
frontiere africane sono sempre un’incognita.
Adesso andiamo a dormire sperando di non avere troppo
freddo. In questi giorni possiamo dire non aver mai avuto caldo.
Un abbraccio a tutti
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la ferrovia finisce qui poi... il nulla |
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vigneti e tanti agrumi |
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pausa pranzo |
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una cavalletta del milan... |
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ancora terreno strappato al deserto |
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e poi la strada |
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e ancora strada |
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personaggi... |
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Luca il filosofo |
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guadrate dove siamo finiti e che televisione! |
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noi torniamo a piedi |
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meraviglie dalla polvere |
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vecchi ricordi mirafiori |
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cena a lume di candela |
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25 anni di matrimonio e dormire vestiti sotto lo sguardo del cognato! |
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