Carissimi tutti
Siamo a Cape Town. Siamo riusciti a recuperare il giorno
perso a Durban ad aspettare le moto. Grazie al bel tempo e alle belle strade
siamo riusciti a percorrere 650 km circa.
Nulla da segnalare se non bei panorami che passano dall’entroterra
collinare con piantagioni di pini alla costa oceanica tipicamente balneare. Le
temperature sono passate dai 30 gradi e più della costa oceanica indiana ai
18-20 gradi di Cape Town.
Per provare ad arrivare a Città del Capo in giornata e così
recuperare il giorno perso, siamo partiti alle 7,10 senza far colazione dato
che l’albergo non faceva servizio a quell’ora. Ci siamo fermati per colazione
alle 9 dopo aver già fatto un bel tratto di strada. Nei luoghi dove la strada
si inoltrava nei boschi era normale vedere alcune scimmie che si spulciavano
sul ciglio della strada. I panorami che si sono susseguiti sono stati di una
bellezza mozza fiato. La natura qui è veramente stupenda. Dato che la strada
nel primo tratto che abbiamo effettuato passa tra le montagne e il mare si
poteva contemplare sia i pini, sia la vegetazione della riva del mare. Stupende
alcuni scorci dell’oceano e dei suoi cavalloni visti dalle colline vicine. A
circa 200 km da Cape Town la strada passa tra il mare e una zona di laghi e
paludi, zona residenziale con case di stile americano con grandi terrazzi al
primo piano che si affacciano sul mare. Però subito dopo queste bellezze,
proprio dietro la curva successiva si potevano scorgere i quartieri dei “neri”
ancora con latte e assi assemblati alla belle meglio, con cavi della luce
appesi su pali improvvisati. Ci dicevano che la richiesta di luce elettrica
dalla fine della segregazione è aumentata tantissimo creando una vera e propria
emergenza. Prima solo il 30% della popolazione aveva accesso alla corrente
adesso più dell’80%. Non per niente ovunque dove ci sia un po’ di vento si
vedono spuntare pale eoliche anche se il più della corrente viene dal carbone e
adesso anche dal nucleare.
Arrivando verso Cape Town, poi si passa tra colline
interamente coltivate a colza, grano. A perdita d’occhio e si viaggia per Km e
Km tra giallo e verde con la presenza di tantissime mucche e pecore al pascolo
in un clima che si direbbe bucolico. Proprio bello, ma dietro a tanta bellezza
anche la contraddizione e violenza del latifondo e del lavoro poco pagato.
Arrivati alla Scalabrini House dove alloggiamo abbiamo
trovato una persona che parlava francese proveniente da Pointe Noire dove sarà
il termine del nostro viaggio. Il mondo è proprio piccolo. Non facendo servizio
di ristorazione siamo usciti per la cena e visto che tutti i locali erano
chiusi ci siamo rintanati in un tipo di self-service dove si vendeva di tutto:
piatti cinesi, indiani, bengalesi, turchi in un mix che rivela molto bene la
natura della popolazione sudafricana. Tutto sommato non è male.
Domani staremo qui e visiteremo un po’ la città. Il meteo
non è molto rassicurante, ma speriamo nella buona sorte. Vi racconteremo.
Un abbraccio a tutti in modo particolare a GianLuca Garnero
che ieri è stato battezzato a Rore.
Buon a notte
P.S. Un grazie speciale a GianLuca Disdero. Se siamo arrivati
a destinazione senza sbagliare è grazie al suo lavoro. Sabato scorso ha
caricato per tutto il pomeriggio la traccia del nostro viaggio sul GPS e oggi è
stato veramente una manna e un grande aiuto.
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Colazione 170 km |
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Finalmente a Scalabrini Center vicino al parlamento |
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Come sempre Paolo al telefono e Maurilio si fa bello per la serata... |
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Iniziamo con lunghe curve veloci |
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Poi strade tutte per noi con montagne all'orizzonte |
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E molti vanno anche in bici visto che è domenica |
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Quante bidonville ci sono ancora! |
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Oceano |
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in bagno non abbiamo ancora trovato prese utilizzabili |
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Al self-service bazar |
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Comunque si mangia |
carissimi viaggiatori, ieri anch'io ho fatto un viaggio su pietraie infide e anche pericolose, sono andato a P. Sella dalla normale per portare il quaderno di vetta originale del 1988 tutto bello rilegato ancora con tante pagine vuote a beneficio di coloro che saliranno lassù. Vi penso tanto e vi auguro di non più forare e di fare un buon viaggio, saluti cari a tutti
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