Carissimi tutti
Oggi scriviamo e c’è ancora un po’ di luce naturale mentre
manca quella elettrica. Tappa non lunga ma con ingresso nel caos della capitale
dell’Angola. Abbiamo in cuore tanti sentimenti ed è difficile raccogliere tutto
in poche righe. La prima cosa che ci siamo detti è che il posto dove siamo
sembra un girone dantesco o meglio arrivarci ci è sembrato di scendere sempre
di più dai grattacieli al nulla… eppure quanta vita e quanta sapienza
lungimirante in chi ha costruito qui una missione. In pieno quartiere del porto
con le piattaforme petrolifere appena alle nostre spalle.
Ma anche questa sera andiamo per ordine.
Sveglia e messa in italiano con p. Enrique che ci ha chiesto
di celebrare nella nostra lingua e ha letto anche lui in italiano la parte del
canone. Ci hanno colpito le sue parole di saluto e tante sue delicatezze
nell’accoglierci anche a nome del vescovo mons. Kiala. “Per noi accogliere è
una benedizione, ogni visita è una benedizione di Dio come lo è stato per
Abramo, se accogli riceverai benedizione!” Davvero ci hanno dato più di quello
che avevano e per loro è stata una festa. Abbiamo provato a lasciare qualcosa
per la loro missione ma non hanno voluto “Dateli ai poveri che incontrerete
seguendo il vostro progetto” ci hanno detto. Questi sono i regali del viaggio.
Dopo colazione p. Enrique ci ha accompagnati fino a fuori
città, un saluto veloce pieno di emozione e poi via verso la capitale. Strada
buona fino all’ingresso della città poi anche il GPS è impazzito e segnava la
nostra presenza sul nulla! Una richiesta di aiuto lungo la strada e un motorino
ci ha condotti in questa missione degli Oblati. Due dormiamo nella loro casa e
quattro dalle suore che come sempre ci hanno fatto trovare casa pulita e
accogliente… le donne dove ci sono si vede!
Sistemazione e riposo.
Quante emozioni in cuore ed è difficile farle diventare
parole e scrittura. Proviamo anche se tante volte da quando siamo arrivati ci
siamo detti che nemmeno le foto ed eventualmente filmati non potrebbero
spiegare ciò che abbiamo davanti agli occhi.
Dopo aver attraversato la parte bella della città e il lungo
mare da poco inaugurato e segno di un’Angola ricca dei petrodollari, ci siamo
inoltrati nei quartieri del porto. È sembrato quasi impossibile in così pochi
metri passare dal verde, dai palazzi-grattacieli coperti di vetri e dalle
insegne luminose che richiamavano l’occidente e la ricchezza, alla povertà di
case costruite alla belle meglio coperte oltre che dalla lamiera ammaccata, da
una coltre di polvere che rendeva tutto omogeneo e uguale, un po’ come il
quadro del Van Gogh “i mangiatori di patate” dove il colore delle patate si
emana su tutto, volti umani compresi. Non poteva che strapparci un sorriso,
anche se in un misto di tristezza, malinconia e gioia, il vedere, in tutto questo
color polvere, spiccare i colori vivi di un bucato appena fatto steso ad
asciugare, oppure dei bambini che trovavano, in questa bruttura, il modo di
giocare su un’altalena costruita con una fascia in mezzo a due container
abbandonati oppure a calcio in mezzo all’immondizia. “Dai diamanti non nasce
niente, dal letame nascono i fiori”.
Questi sono i regali del nostro viaggiare nelle missioni
costruite dove vivono gli uomini (tutti gli uomini) e dove si prova a cercare,
a trovare e ad annunciare una parola buona che dice e tenta di vivere il fatto
che tutte le vite hanno lo stesso valore, anche se immediatamente si direbbe il
contrario. Bello il nostro essere qui, accolti da una chiesa che ormai è tutta
africana e che proprio per questo alle volte disarma e spiazza il nostro modo
di vedere, pensare e immaginare la missione. Stasera condivideremo la cena con
i padri oblati che qui giocano la vita. Non usciremo perché ci hanno detto che
è troppo pericoloso e non solo di notte.
Domani ripartiremo per il nord. Ci hanno detto che la strada
per il Congo è bella tranne alcuni tratti di pista sia prima sia dopo la
frontiera. Vedremo e vi racconteremo.
Per adesso un forte abbraccio a tutti
p.s. Visto che il sabato è giorno di mercato in dogana dovremo aspettare di passare domenica per cui ci fermeremo ancora un giorno in Angola. Così un polizziotto congolese ci ha invitato a fare e noi ascoltiamo le indicazioni di chi qui vive. Però dovrebbe aiutarci per il passaggio domenica mattina visto che sembra essere un gran "casino".
|
La messa con p. Enrique |
|
P. Enrique |
|
Vita di strada |
|
Un bellissimo fiume arrivando a Luanda |
|
Oceano |
|
La discesa verso Luanda |
|
Sbaglio di corsia e consultazione con poliziotto che ci lascerà saltare lo spartitraffico |
|
Una città esplosa durante la guerra |
|
si può giocare con poco o nulla... |
|
giochi anche per i poveri |
|
no comment! |
|
Una vita sospesa a poco |
|
La vista dalla parrocchia verso il porto |
|
In Chiesa: per favore spegnere il telefonino. |
|
Parrocchia S. André |
|
Esterno |
|
Raccolta differenziata |
|
Guardate dove si può giocare |
|
Il quartiere della parrocchia |
|
Piattaforma petrolifera |
Nessun commento:
Posta un commento