sabato 23 settembre 2017

arrivoLe moto sulla nave

Sulla nave ormai verso Savona. 20 settembre

Il mare si è calmato e siamo risaliti fuori al sole. Avremmo tanto da dire ma la sensazione più bella é quella della gratitudine per il ricevuto. Ci sembra di poter ancora gustare queste ore in cui riesciamo a non pensare a ciò che ci aspetta o a farlo senza fatica. Sicuramente la cosa più bella che portiamo in cuore é la gioia nel vedere chi abbiamo visitato felice di averci con loro, di avere qualcuno che é venuto a visitarli. Da padre Matteo ai monaci di Fes, perfino il vecchio e sorridente Jean Pierre ci ha detto grazie in quel che gli resta della sua voce; ricordiamo la gioia delle suore di Ouarzazate e poi Miriam e Lucile ancora a Fes, un bagno di mondo delle Piccole sorelle di Gesù e del popolo marocchino. Infine ancora Luigina a Ceuta che ha gustato la nostra presenza fino all'ultimo facendoci andare in profondità nella relazione a noi stessi e con lei. Donna esuberante di amore ma anche intelligente e disarmata dalla sofferenza dell'altro. Infine la felicità tanto femminile di sr Teresina a Tangeri. Fiera nella semplicità come sanno essere gli egiziani cristiani. Donna cresciuta e felice della sua vita giovane in un mondo che nasce. Semplicemente bellissimo.
Da ultimo questo bagno di umanità su questa nave strapiena fino a Barcellona e ora più umana. Il personale italiano del sud la rende piacevole e accogliente e la gente si occidentalizza piano piano verso il nostro ormai freddo nord.
La costante del viaggio é pure stato il sole quasi sempre di montagna quello violento ma mai cattivo che solo rende terso il cielo. Siamo stati guardati dal cielo sulle strade polverose e avvincenti dell'Atlas marocchino anche quando moto e noi siamo stati messi alla prova mai al limite se non in due piccoli passaggi.
Chiediamo che questo regalo infinitamente grande lo possiamo condividere con la vita, ricordando ciò che Lucile, parigina diventata marocchina ci diceva di una donna che vedendola piangere per un lavoro non trovato aveva esclamato: perché piangi piccola, Allah ci ha dato da mangiare fino ad ora pensi che non lo farà più? Piccola lezione di Fede quando il fiato mancherà o i pensieri buoi copriranno questo splendido sole...

Ringraziamo in chiusura chi ha permesso questo viaggio, don Carlo e chi ci ha sostituiti nelle due domeniche di assenza.
Grazie a BMW Milano che ci seguiva, grazie ai meccanici e all’équipe di Monchiero Moto che come sempre ci hanno fornito mezzi affidabili e divertenti da guidare. Grazie a Mauro e Alberto amici e meccanici fidati per gli ultimi ritocchi alle moto. Grazie a Valvaraita Pneus e a tutti coloro che hanno viaggiato con noi se pur da lontano leggendoci e aspettando i nostri racconti.
Viaggiare per incontrare continua ad essere un dono grande da condividere…
Grazie al buon Dio che ha vegliato su di noi…
Arrivederci al prossimo viaggio


Le moto sulla nave
Suor Teresina e una sua consorella che ci hanno accolto a Tangeri




Luca e Claudio

domenica 17 settembre 2017

In ospedale

carissimi tutti

Stasera siamo in ospedale a Tangeri, per nessun incidente ma per il fatto che siamo passati a salutare suor Teresina che ci aveva accolto nel 2013 ad Alessandria d'Egitto e adesso lavora nell'ospedale italiano a Tangeri.
Le foto su Facebook sono della stanza dove dormiamo, proprio una stanza di ospedale con tanto di presa per l'ossigeno. Vista la reazione da Facebook le foto sono state un'imprudenza. Scusate
Ma andiamo con ordine.
Stamattina abbiamo fatto colazione al centro Sant'Antonio e poi siamo andati in parrocchia per concelebrare la messa delle 12. Prima abbiamo fatto una bella chiacchierata con suor Luigina sul nostro viaggio e su ciò che abbiamo visto della realtà del campo e degli immigrati. Tutto molto profondo e vero.
Mangiato con Sara e Luigina siamo ritornati al centro per prepararci a partire. Pur nella bellezza degli incontri il partire è stato malinconico e triste. La realtà di Ceuta ci ha toccato profondamente facendoci sperimentare la complessità delle problematiche che oggi pesano sul nostro mondo sia europeo, sia africano.
Il passaggio alla frontiera è stato breve visto che non c'era nessuno che doveva entrare in Marocco. Volendo arrivare velocemente a Tangeri abbiamo preso l'autostrada e in un'ora circa siamo arrivati all'ospedale italiano dove lavora suor Teresina. È stato emozionante abbracciarci dopo ben 4 anni in cui ci eravamo sentito solamente al telefono via messaggi.
Essendo in un ospedale ci hanno sistemato in una stanza con due letti proprio come quelle dei pazienti. Di lì l'idea delle foto che vista la reazione non è stata una buona idea postare su Facebook.
Comunque stiamo bene tutti e due. Domani partiremo da Tangeri a metà mattinata per arrivare al porto in tempo per l'imbarco.
Il viaggio è stato bellissimo sotto tutti i punti di vista. Ritorniamo contenti e sicuramente più ricchi per le persone incontrate e i mondi visti.
Un abbraccio a tutti e scusate ancora per le foto

sabato 16 settembre 2017

Carissimi tutti,
Anche questa sera abbiamo fatto tardi ma aspettando che la lavatrice  finisca il suo lavoro vi lasciamo almeno due notizie di questa lunga e intensa giornata. Mattino al ritmo spagnolo, nulla prima delle dieci. Ma a quell'ora eravamo al CETI centro di emigrati temporanei. Oltre 600 ragazzi e ragazze che sono riusciti a entrare e ora attendono un lasciapassare per la penisola, così chiamano l'altra parte della Spagna dove arrivando entreranno in un altro centro o forse se sanno di non ottenere un visto proveranno a scappare. Ci aspettava la vice direttrice che ci ha guidato è spiegato ciò che provano a fare. Ci ha colpito la sua umanità e passione nel provare a ridare vita a persone che sono in fuga o sono erranti da anni. Il centro é governativo e per questo la sua passione ci ha colpito ancora di più. Un centro come quasi tutti troppo pieno ma ordinato e seguito. Poi appuntamento con Sr Luigina in centro, un po di visita e poi incontro con un gruppo di ragazze del centro, quelle più esposte alla tratta, giro di prostituzione e altro. Siamo stati con loro in spiaggia per un pranzo semplice insieme. Chissà che ne sarà della loro vita... Dove finiranno... Almeno si ricorderanno che qualcuno qui le ha trattate da persone. Abbiamo concluso la giornata a casa delle piccole sorelle con la messa insieme e la cena a cui era presente Carlo di Ceuta responsabile di una delle confraternite della città. Una persona con tanta voglia di raccontare è ascoltare. Ora abbiamo bisogno di silenzio perché il vissuto scenda in profondità, quanti volti e quante storie.... Un mondo reale ma sommerso nascosto inarrestabile, un umanità fragile, ferita, esposta, ultima catena di interessi che stanno altrove su cui tutti cercano di lucrare la loro parte.
Domani mattina messa in parrocchia poi subito dopo pranzo ci spostiamo a Tangeri all'ospedale italiano dove ci aspetta Sr Teresina incontrata in Egitto. E poi... Si rientra per mare ma per noi un mare comodo e accogliente che porta a casa dove siamo attesi... Per altri e sono tanti il mare é la speranza ma anche l'incognita...
Buona domenica a tutti e grazie

Ceuta

Carissimi tutti

Siamo da ieri pomeriggio a Ceuta, enclave spagnola in terra marocchina. Ieri siamo andati a pregare con alcuni ragazzi che sono riusciti ad arrivare qui oltrepassando il muro di reti che l'Europa ha costruito per impedire l'arrivo sul suo suolo dei profughi africani. Eravamo con Luigina (piccola sorella) e Sara (volontaria di Treviso) che è qui per uno stage.
Oggi andremo a visitare il centro di accoglienza temporanea che la Spagna ha qui a Ceuta e dove coloro che riescono a passare il muro o ad arrivare via mare trovano accoglienza per poi essere mandati nella penisola spagnola. Vi racconteremo sta sera com'è stato e le nostre impressioni.
Buona giornata a tutti

mercoledì 13 settembre 2017

Ci mancava la multa

carissimi

Siamo a Khenifra in un albergo consigliatoci dalla polizia che ci ha fermato poco prima della città e ci ha fatto una multa per eccesso di velocità. Almeno sono stati gentili e ce ne hanno fatto solo una al posto di due. Ma andiamo per ordine.
Sta mattina sveglia presto alle pendici delle montagne e dopo aver saldato i conti, siamo partiti verso il colle a 2700 che ci aspettava. Le temperature erano da piena montagna d'estate. Infatti siamo partiti che c'erano appena 13 gradi. La pista che ci attendeva si è rivelata piacevole e relativamente veloce. Siamo passati in tantissimi piccoli paesini proprio nell'ora dell'inizio della scuola e quindi per strada c'erano tanti bambini di tutte le età che andando a scuola salutandoci contenti. Questo è il futuro anche per questi posti forse un persi ma sicuramente frequentati da alpinisti.
In vetta al colle ci siamo fermati un attimo per le foto di rito e poi giù dato che la giornata era appena iniziata. Dopo una quarantina di km abbiamo ritrovato l'asfalto e quindi l'andatura si è fatta più spedita fino ad un secondo colle. Lì guardando la cartina ci siamo resi conto che la pista che ci partiva alla destra si ricongiungeva più a valle con la strada che avevamo deciso di percorrere. Allora perché non provare a vedere com'era? In più sarebbe passata dove ci avevano detto che ci poteva arrampicare. I primi 20 km sono stati una passeggiata molto piacevole e in una valle molto bella, poi dopo l'ultimo paese la strada ha cominciato a salire in mezzo alle pietre con un fondo sempre più impegnativo. Ci siamo fermati per fare qualche foto perché era proprio bello oltre che impegnativo. Dopo la salita anche la discesa è stata tecnica e che richiedeva molta attenzione perché sospesa nel vuoto. Arrivati alla "Cattedrale di pietra", abbiamo trovato una coppia che stava aspettando i figli che erano partiti per salire in punta e chiacchierando un po' ci hanno offerto alcune mele e il caffè. Questa è la bellezza della strada.
Scendendo ancora la temperatura è aumentata e vista l'ora abbiamo deciso di proseguire per poter essere domani a Fes nel primo pomeriggio così a avere più tempo da passare con le piccole sorelle.
Adesso andiamo a dormire. A domani 

martedì 12 settembre 2017

Carissimi

Vi scriviamo da un posto da favola trovato per caso e in estremo dopo aver cominciato a pensare che avremmo fatto bene a portare la tenda visto che non riuscivamo a trovare da dormire.
Siamo ai piedi del monte Ighil M.goun di 4068 M di altitudine. Di qui si può partire d'inverno a fare dello sci alpinismo. Come dire: siamo a casa.
Sta mattina siamo partiti da Ouarzazate dopo aver celebrato messa con le due suore francescane che li lavorano. Claudio celebrava anche l'anniversario di ordinazione (25 anni). Lasciare le suore dopo la colazione ci ha messo un po' di malinconia in cuore. Ci colpiva la loro gratitudine per i nostro essere passati a trovarle.
Usciti da Ouarzazate abbiamo preso per una strada secondaria ma più panoramica per raggiungere il colle che collega a Marrakech. Abbiamo incontrato sulla strada tanti lavori per ameliorare la viabilità. Lavori immensi, in alcuni punti sventrano letteralmente la montagna. Per chi come noi ama le strade piccole e anche sterrate, questi miglioramenti sembrano un po' eccessivi, ma se si pensa a tutte le persone che vivono in queste valli sperdute, avere una bella strada vuol dire facilità di spostamenti per le persone e per i prodotti.
Non siamo arrivati nella caotica Marrakech, ma prima abbiamo svoltato per riprendere le strade delle montagne. Qui non c'erano più tante auto di turisti ma solo più piccoli furgoni che portano le persone del posto. Abbiamo visto posti molto belli anche se molto poveri. Ci ha colpito che in tutti i paesi, anche i più sperduti c'è la moschea e sempre è la costruzione più bella. Un po'come nei nostri paesi una volta.
Arrivati a Demnate (destinazione della nostra tappa) che era ancor presto, abbiamo deciso di continuare e abbiamo fatto ancora un ottantina di km ai piedi delle vette più alte dell'Atlante. Posti molto belli.
Adesso ci troviamo in un albergo dove i gestori non parlano che arabo, ma ci siamo fatti capire lo stesso.
Andiamo a dormire, grati della bella giornata. A domani

lunedì 11 settembre 2017

Carissimi tutti, abbiamo salutato le suore con cui abbiamo cenato e prima di provare a riposare raccontiamo anche oggi le nostre avventure.
Salutato l'oste simpatico che ci ha preparato la colazione scendiamo per alcuni chilometri ancora le Gorges per innestarci sulla grande strada. Non siamo più abituati al traffico e alle strade belle e così la lasciamo quasi subito puntando verso le montagne. Pochi km di asfalto e poi nuovamente pista che si perde sulla montagna. Un passo scavato tra le pietre, pietre, pietre e pietre. Il posto é bellissimo e la pista tutt'altro che facile. Ci ritroviamo a 2300m in un passo tagliato tra le pietre con una strada sassosa che comincia a scendere. Scendiamo per 50km e piano piano la strada si fa più bella fino a diventare una pista veloce e divertente. Luca dice quasi come in Namibia ma con tante più curve. Dopo 100km di cui 70 di pista siamo sulla nazionale che ci porta verso Ouarzazate. Dal freddo della montagna al caldo del deserto. Abbiamo pensato spesso a Charles de Faucauld che proprio su queste montagne alla fine dell'Ottocento con un accompagnatore ebreo per due anni aveva rilevato montagne, passi, sentieri e paesi. Proprio in quel viaggio era stato colpito dal pregare della gente mussulmana delle montagne. Forse questo gli aveva trasformato il cuore.
Arriviamo abbastanza presto a destinazione dopo km di strada nel deserto di pietre. Ouarzazate é famosa per i turisti e ne vediamo in giro. Non fatichiamo a trovare l'unica chiesa costruita vicino al vecchio centro della colonia francese posta sulla collina. Ora ci vivono le suore francescane missionarie che lavorano nel sociale e sono molto apprezzate. Due francesi e una indiana. Ci aspettavano, chiacchieriamo ricordiamo il nostro passaggio qui nel gennaio 2012 con Ruggero. Celebriamo la messa è mangiamo cena insieme. Momento molto bello, semplice e profondo. Domani mattina celebreremo ancora alle 8 (Claudio domani celebra 25 anni di messa). Poi si ripartirà verso la montagna oramai pian piano direzione nord. Fa pensare di pregare sul Vangelo in un posto in cui annunciare direttamente l'essere cristiano coincide col rischio di essere messi alla porta per proselitismo. Bello però condividere fede in modo silenzioso dove solo la vita può testimoniare.Ouarsasate é una bella città vivace e piena di vita, speriamo si possa dormire, in strada la gente se la conta ancora ma noi chiudiamo qui... A domani se troveremo possibilità di scrivere

domenica 10 settembre 2017

Tappa bellissima

Carissimi tutti

Vi scriviamo da un alberghetto all'imbocco della valle delle Gorges du Dades. Abbiamo appena finito di mangiare una buonissima cena finita con delle arance condite con polvere di cannella. Una vera prelibatezza berbera.
Ripercorriamo la giornata che è stata intensa e molto bella.
Partiti dopo la preghiera dal monastero di Midelt, ci siamo diretti subito verso le montagne. La strada che dovevamo percorrere passava proprio davanti al monastero. I primi 24 km sono atti molto belli. Una pista da poco rimessa a posto, veloce e sicura fino a cirque de Jaffar (un ampio anfiteatro naturale molto bello e suggestivo). Quando abbiamo cominciato a scendere la strada si è fatta subito più impegnativa fino a sparire nel letto del fiume per fortuna senza acqua. Si vedevano le tracce di fuoristrada che erano passati di lì, ma queste si inoltravano nel letto del fiume e sembravano che si perdessero. Scendendo però abbiamo visto degli ometti di pietre come quelli che ci sono in montagna per segnare il passaggio in un posto poco evidente. Seguendoli ci siamo trovati dall'altra parte del fiume. Niente male come inizio ci siamo detti. Poi la pista seguiva le curve orografiche della montagna in mezzo ad una foresta di cedri molto bella e particolare. Dopo una 40 di km ritrovavamo l'asfalto e l'andatura si faceva più veloce. Però l'asfalto bello lo abbiamo avuto per poco perché la strada si è fatta una piccola striscia di asfalto al centro molto pericolosa soprattutto nel momento in cui incrociavano altri viaggiatori. Avendo una cartina non molto dettagliata abbiamo dovuto chiedere a quasi tutti gli incroci per non sbagliare strada e questo è stato un altro aspetto molto bello della giornata. Alla fine svoltati per una pista che ci doveva condurre alle Gorges, abbiamo mangiato ad un colle a 2700 di altezza e avendo preparato il caffè lo abbiamo offerto a due pastori che erano lì con le loro pecore. Bel momento di condivisione anche se non abbiamo capito molto di ciò che ci dicevano.
Alla fine siamo arrivati dopo ben 290 km di cui 150 sterrati. Una meraviglia di giornata. Ciò che cercavamo. Adesso dopo aver fatto il bucato e controllato la cartina per la tappa di domani, andiamo a letto soddisfatti della giornata, delle persone incontrate, dei paesaggi visti e delle strade percorse.
Un abbraccio a tutti e a domani

sabato 9 settembre 2017

Silenzio e vento

Carissimi

Oggi le moto hanno riposato e anche noi. Vista la pista fatta ieri abbiamo dato una controllata alla bulloneria varia e abbiamo fatto il bucato.
Ma parliamo di cose più serie.
Dopo le lodi con i monaci abbiamo chiacchierato a lungo con Jean-Pierre, ultimo superstite dei monaci di Thibirine. Celebrare uno alla sua destra e uno alla sua sinistra ci ha fatti sentire piccoli nei confronti di tutta la storia che porta con se. Lucido, sorridente e sereno. Ci ha parlato del passato del loro presente e della speranza per il futuro.
Uscendo dalla chiesa, abbiamo ascoltato le suore francescane che lavorano in un piccolo villaggio della montagna sulla strada che percorreremo domani. Ci ha colpito che dal loro piccolo villaggio nessun uomo sia mai partito per cercare lavoro in Europa. Ognuno strappa la vita a questa povera terra fino a Midelt e poco oltre hanno cominciato a produrre mele, ma manca il coraggio di investire sul posto per la trasformazione e la commercializzazione del raccolto. Più in alto nemmeno erba per le pecore, anche se continuano a vivere parecchie famiglie di nomadi con i loro greggi. Alla domanda fatto ad un giovane pastore su che cosa mangiavano le sue pecore, ha risposto: Leccano le pietre.
Poi la giornata è trascorsa tra preghiera, studio e qualche chiacchiera con il monaco spagnolo che si occupa dell'ospitalità. Ci raccontava la tristezza del dover rifiutare la visita a uomini e donne marocchine per la paura di essere accusati di proselitismo è essere messi alla prova. Con speranza ci diceva: Adesso il paese è così, preghiamo che possa evolvere verso una piena libertà di coscienza.
Abbiamo telefonato a Ouarsasate alle suore francescane che lì lavorano per annunciare il nostro arrivo lunedì e della possibilità di poter celebrare con loro la messa. Come sempre ci colpisce il desiderio di stare insieme e di chiacchierare, grate per una visita di qualcuno da lontano.
Domani saluteremo con il cuore pieno di gratitudine per questo giorno regalato. Riprenderemo la strada verso le montagne dove arriveremo fino a 3000 metri. Non sappiamo se riusciremo a scrivere sul blog o sula pagina Facebook.
Per adesso un forte abbraccio a tutti 

venerdì 8 settembre 2017

Dal monastero "Notre Dame de l'Atlas" di Midelt

carissimi tutti

Questa sera scriviamo dal silenzio del monastero trappista "Notre Dame de l'Atlas" a Midelt. Siamo stati accolti come dei vecchi amici. Eravamo passati qui nel gennaio del 2012 e ancora si ricordavano bene di noi. Allora eravamo in tre con Ruggero e la sua mitica Ducati desmo.
Ma cominciamo con ordine.
Sveglia presto e visita al campo rifugiati di Fes con Padre Matteo. È l'ultimo passaggio prima di tentare la scavalcata del muro di Ceuta o l'attraversata del mare verso la Spagna. Una popolazione mobile e che rappresenta gli Stati dell'Africa sub-sahariana. Poi perderanno anche l'identità per cercare di ottenere asilo.
Colazione e partenza per Midelt passando dalla città fantasma di Ifrane. Questa città fu costruita dai francesi nel tempo della guerra quando non potevano fare le vacanze in Francia. Costruirono una città simile a quelle che si possono trovare nei posti ricchi di villeggiatura.
Usciti da Ifrane, lasciamo la grande strada per inoltrarci nella foresta di cedri del Libano e nelle piste delle montagne del medio Atlante. Percorriamo strade sempre più piccole e battute solo dai pastori che ci guardano un po' stupiti e ci salutano. Ad un certo punto non sapevamo più dov'eravamo. La strada sterrata che stavamo percorrendo non era poi così male e i panorami erano senza fiato che sembrava di essere nelle nostre montagne. Ci siamo detti: "da qualche parte ci porterà e poi chiederemo a qualcuno. Effettivamente siamo arrivati su una strada asfaltata. Per fortuna abbiamo fermato un camion e abbiamo chiesto. Tutti e due eravamo convinti di dover andare a destra e il camionista ci ha detto che dovevamo svoltare a sinistra. Davanti al nostro stupore ci ha detto che non mancano molti km per arrivare a Midelt e la strada era bella. Adesso stiamo ancora guardando la cartina per capire che strada abbiamo fatto ma non riusciamo a capire. L'importante è che siamo arrivati soddisfatti della tappa e felici di poter stare al monastero tutto domani.
Vi ricordiamo tutti in modo particolare gli amici monaci e Ruggero con cui eravamo venuti qui nel gennaio del 2012. Allora la temperatura era un po' diversa.
Un abbraccio e a domani


mercoledì 6 settembre 2017

Siamo in Marocco

Carissimi

Siamo in Marocco.
È sempre un'emozione grande arrivare in Africa via mare. Quanti hanno, prima di noi percorso quello stesso mare, da Ulisse in poi.
Quando la nave ha varcato lo stretto di Gibilterra il vento si è fatto più forte e il mare più agitato, segno che ci si affacciava ad un mare molto più ampio e impetuoso. Anche le persone sono state prese da un misto di eccitazione. Chi si faceva fare una foto sul ponte della nave con lo sfondo le prime montagne marocchine che riportano "Dio,i marocchini e il loro re", chi semplicemente faceva vedere la terra natia ai figli che, molto probabilmente, era la prima volta che la vedevano. Un misto molto bello di umanità che fa il nostro mondo.
Lo sbarco è stato immediatamente traumatico. Luca recuperando il suo casco scopriva che gli mancava la maschera. Insieme al cappellino perso nel vento di Barcellona facevano due cose perse e non era ancora iniziato il viaggio.
Per il resto la solita attesa per passare la dogana. Dopo aver sorpassato la coda perché qualcuno ci aveva fatto segno di passare, abbiamo aspettato il nostro turno. Almeno però eravamo all'ombra.
Tra una cosa è l'altra siamo usciti dal porto alle 18. Volevamo fare ancora un centinaio di km ma abbiamo deciso di semplicemente passare Tetouan e fermarci al primo hotel. Avevamo visto che dopo non c'erano più molti paesi, ma pensando che la strada si avvicinava nuovamente al mare ci eravamo detti che sicuramente avremmo trovato un albergo. Infatti l'abbiamo trovato ma dopo aver chiesto più volte e fatto un po' di sterrato in riva al mare. Niente male come inizio. Domani ci aspetta l'attraversata del Rif e l'arrivo a Fes. Siamo attesi da don Matteo, sacerdote originario di Peveragno. Vedremo anche le Piccole sorelle che nella città vecchia lavorano e che già nel 2012 ci avevano accolto qui.
Vi racconteremo domani come sarà stata la prima vera giornata di viaggio tra prime piste e il famoso Rif (famoso perché il 90% del "fumo" arriva da quelle montagne).
Per adesso, dopo una buona cena a base di Tagin, andiamo a dormire felici e contenti dei nostri primi incontri.
Un abbraccio a tutti e a domani 

domenica 3 settembre 2017

Si riparte: destinazione Marocco

Carissimi tutti

si riparte. Questa volta la destinazione è il Marocco e il gruppo si è ristretto all'osso (Claudio e Luca).
Domani mattina andremo a fare colazione da Lupo e dopo il pieno alle moto ci incammineremo verso Genova dove la nave salperà alle 13. Dovendo fare dogana dovremo essere al porto qualche ora prima, ma la cosa non ci disturba. Quando si è in vacanza anche alzarsi all'alba o prima dell'alba non costa fatica.
Abbiamo appena finito di fare le valige e provare a caricare le moto. Tutto dovrebbe essere pronto anche se, come dice Montale nella sua poesia "Il viaggio" non sappiamo ancora nulla di ciò che il viaggio ci riserverà. Sicuramente ci saranno tanti incontri. Molte sono le persone che ci aspettano e che incontreremo lungo il nostro viaggiare. Don Matteo a Fès, le piccole sorelle a Ceuta, i monaci a Midelt e poi le persone che incroceremo e a cui chiederemo anche semplicemente un'informazione per non perderci o per trovare un posto dove poter mangiare qualcosa di semplice e di locale. A loro un grazie in anticipo per tutto ciò che ci regaleranno anche solo con uno sguardo.
Un grazie però è doveroso anche a tutti coloro che lasciamo a casa. Un grazie a don Carlo che assicura con la sua preziosa presenza la quotidianità del servizio in valle. Grazie ai sacerdoti e vescovi e suore che saliranno a sostituirci durante le domeniche che saremo assenti. Grazie a tutti gli amici che ci hanno salutato di persona o con messaggi per auguraci buon viaggio. Grazie a tutti i motociclisti - amici del moto club Agnel e non solo - che ci accompagneranno forse con un po' di invidia. Grazie a chi ci ha preparato le moto i meccanici di Monchiero di Alba e Alberto e Mauro Fina di Sampeyre con Guido e Luca di Valvaraita Pneus. Grazie a tutti coloro che ci accompagneranno con il pensiero. Portiamo con noi tutti soprattutto quelli che in quest'estate hanno faticato o che faticano ancora, che vorrebbero fare viaggi ma che la vita glielo sta impedendo o glielo ha impedito. Per tutti loro un caro ricordo e un pensiero particolare.

A presto

Claudio e Luca

Percorso ipotetico in Marocco




Percorso
Km
Data
Appunti
Tangeri – Bou-Ahmed
145
6.09

Bou-Ahmed - Fes
183
7.09

Fes - Midelt
302
8.09

Midelt



Midelt – Boumalne Dades
300
10.09

Boumalne Dades - Ouarzazate
350
11.09

Ouarzazate - Demante
256
12.09

Demante – Kasba Tadla
300
13.09

Kasba Tadla – Fes
370
14.09

Fes – Ceuta
408
15.09

Ceuta



Ceuta - Tangeri
68
18.09



Ultimi dettagli. Caschi e Buff pronti insieme alle borse per serbatoio