Carissimi tutti
Siamo in un monastero di clarisse a Lubango in Angola. Non
essendoci collegamento internet, scriviamo ma posteremo solo domani sperando in
una connessione dai padri.
La giornata è iniziata presto. Ci eravamo salutati ieri sera
dicendoci che la sveglia sarebbe stata alle 6, ma la tensione della frontiera
ci ha svegliato già molto prima e non solo chi di solito è già sveglio alle 5.
Caricato i bagagli prima di colazione, abbiamo aspettato che aprisse il
ristorante dell’albergo per poter fare colazione. Alle 7 eravamo già per strada
e ci attendevano gli ultimi 60 km namibiani prima della frontiera.
Uscire dalla Namibia è stato semplice e veloce come ci aveva
annunciato Elisabetta, l’entrare in Angola un po’ macchinoso e non essendo più
abituati ai ritmi africani, le tre ore e mezza ci hanno provato nel fisico e
soprattutto nella tensione accumulata. Comunque siamo entrati alle 8 e siamo
ripartiti alle 11,30 dopo aver mandato in tilt i computer dell’ufficio
immigrazione, fatto le foto alle moto e alla macchina, percorso circa mezzo
chilometro per andarle a fare sviluppare e fare delle fotocopie del visto per
l’Angola timbrato e delle nostre patenti, ritornato per pagare la dogana e
finalmente ripartire. Abbiamo sudato sette camicie proprio nel vero senso del
termine visti il caldo che faceva e le tute da moto che avevamo addosso. Alla
fine aiutati da uno stuolo di giovani (a cui poi abbiamo lasciato una mancia
che gli avrà fatto fare festa questa sera) siamo riusciti a partire. La strada
si è rivelata subito molto bella e per niente trafficata, quindi siamo riusciti
a fare parecchi chilometri in poco tempo.
La strada si inoltrava in un primo pezzo lungo la pianura
condivisa con la Namibia e poi è cominciato a salire fino ad arrivare alle 1800
metri di Lubango. Il panorama e le abitazioni della gente ci ha ricordato molto
il nord del Cameroun. Tanta povertà anche se si vede il lavoro che si è fatto
dopo la fine della guerra che è terminata solo nel 2002. Si investe ancora e
soprattutto alla periferia di Lubango si vedono costruzioni nuove e non solo di
abitazione ma anche di aziende.
Arrivato all’episcopio di Lubango siamo stati accolti molto
bene dai sacerdoti lì presenti e in modo particolare dal vicario generale della
diocesi che avendo studiato a Palermo parlava molto bene italiano. Quando gli
abbiamo detto che eravamo piemontesi, subito ha affermato: “Allora siete
juventini!”. È proprio vero che il calcio per noi italiani è un passe-par-tout
che apre non solo porte ma anche cuori.
Con lui abbiamo parlato della situazione dell’Angola di oggi
e degli segni della guerra che fino al 2002 ha distrutto questo bel paese. I
segni sono ancora evidenti e ai bordi della strada si sono visti alcuni
autoblindo arrugginiti e la carcassa di un carro armato. Padre Maurizio ci ha
detto che dalla fine della guerra si è lavorato molto anche se si sarebbe
ancora potuto lavorare di più e meglio anche se non è male ciò che abbiamo
visto. Una strada bella come quella che abbiamo percorso non tanti paesi
africani ne posseggono.
Comunque l’impressione dopo la frontiera, è di un popolo
molto accogliente e anche la polizia incontrata per strada si sofferma
soprattutto per chiedere e stupirsi del nostro essere italiani con i propri
mezzi in Angola.
Adesso siamo in un convento di Clarisse. L’accoglienza è
stata ottima, come sempre dalle suore. Una cena preparata con molto affetto che
tante piccole delicatezze e finezze proprie delle donne.
Domani mattina celebreremo messa alle 6,30 con loro e con un
cappuccino italiano che lavora qui. Siamo proprio ovunque noi italiani. Dopo
colazione partiremo per Sumbe. Abbiamo deciso di saltare una tappa (quella di
Huambo) perché la strada che volevamo percorrere non è praticabile e quella
consigliata passa vicino a Sumbe quindi vorrebbe dire fare due volte la stessa
strada.
Vi racconteremo domani. Per adesso ci gustiamo il silenzio e
l’accoglienza delle clarisse, domani si vedrà.
Buona notte a tutti.
Arcivescovado di Lubango |
Quasi quasi proseguiamo col Fiorino... |
In partenza da Ottangwa verso la frontiera |
la strada è sempre mercato |
Chi vuole andare a scuola cammina... |
Tutti cercano un po' d'ombra anche gli asini |
Sempre attenti alla velocità |
la strada è di tutti |
baobab |
mosche impertinenti |
coi bambini è facile il contatto anche se chiedono sempre qualcosa |
cattedrale di Lubango |
Ciao a tutti!!!!
RispondiEliminaVedo che il viaggio continua senza problemi e con panorami di un' Africa sempre piena di controversie, ma anche vedute mozzafiato di albe rosate e animali che sembrano proprio contenti di stare in quel paese.
Vi salutiamo con un arrivederci su questo post. Alfio---Ines
Un giorno senza leggere vostre notizie diventa lungo!!!! È' ormai diventato un appuntamento fisso ogni sera prima di dormire leggere i vostri racconti e descrizione di luoghi e persone accoglienti. Qui in Italia e in Europa mi sembra invece che stiamo perdendo il senso della parola accoglienza.....
RispondiEliminaPer Luca stasera abbiamo fatto equipe e ti vi abbiamo pensato.
Un abbraccio