domenica 8 settembre 2019


Carissimi tutti,
non vi sembrerà vero ma oggi abbiamo vissuto una tappa semplice e molto bella soprattutto nel finale attraverso l’accoglienza ricevuta. Ma andiamo per ordine.
Partiamo con calma verso le 8 dopo una buona colazione e uscendo dalla città ci troviamo immersi immediatamente in un forte harmatan laterale. Per chi non sa l’harmatan è un tipico vento caldo che alza la polvere sferzando senza sosta giornate intere. La polvere ti entra ovunque e la senti anche sotto i denti e nel naso. Per chi è stato in Cameroun lo ricorda bene. Viaggiare in due in moto forse aiuta almeno per il peso. I luoghi sono veramente molto poveri e spesso ci troviamo a dirci nelle pause: ma cosa significherà vivere tutta la vita in questi luoghi? Nascere, crescere, sognare, invecchiare e morire? Solo la strada nelle sue veloci macchine sembra interrompere ritmi lenti e vite segnate solo da tanti passi. Qui c’è solo polvere e baobab, neanche la terra sembra poter produrre qualcosa.
Incrociamo la strada che avremmo dovuto fare se avevamo le moto e ci diciamo che forse non sarebbe stata fattibile vista la finissima sabbia che contraddistingue i primi 100km. Ci fermiamo in un piccolo paese dove c’è una buona pompa di benzina e continuiamo, ci restano 280km. La strada resta bella e continuiamo decisi. Oggi è domenica e per strada cammina gente che forse va alla messa in qualche cappella, vestiti bene e a piccoli gruppi. Altri incontri e tanta attenzione alle mucche e caprette che attraversano senza chiedere permesso.
Altro aspetto molto interessante sono i resti della guerra combattuta lungo questa strada che porta in Namibia, autoblindo e carri armati distrutti lasciati a segno di ferite ancora molto aperte. I sacerdoti incontrati sono tutti figli del tempo della guerra… Noi non riusciamo neanche a pensare cosa possa voler dire.
Arriviamo alle porte di Lubango e facciamo benzina in una grande stazione, ci permettiamo un panino e qualche bibita sorridendo alle cameriere simpatiche e che ci raccontano che ultimamente sono passati parecchi italiani.
Con calma ripartiamo e facciamo passare la macchina davanti che ci guidi a destinazione: il vescovado. Parecchie deviazioni per lavori ci fanno perdere la direzione ma riconosciamo parecchie cose viste nel 2015 e Dino ci guida alla meta. Padre Maurizio, vicario generale che ha studiato a Palermo ci riserva un’accoglienza eccezionale da amici di lunga data. Ci fornisce una chiavetta per poter comunicare e ci accompagna al monastero delle Clarisse, Nostra signora dell’Africa, dove ci troviamo. Anche qui l’accoglienza è ottima e sembra di essere in una delle nostre case: tutto in ordine e pulito. Un’oasi di pace e semplicità. Ci accordiamo per la cena e per la colazione di domani. Alle 16.15 preghiamo – ascoltiamo – i vespri con loro e col vescovo mons. Gabriele in visita al monastero. Alle 17 celebriamo la messa domenicale e ricordiamo tutti coloro che abbiamo già incontrato, quelli che ci pensano, quelli che ci accompagnano, quelli che ci permettono questo viaggio. Ora attendiamo la cena che mangeremo in foresteria, abbiamo fatto bucato e ci gustiamo silenzio mentre Roberto, Luca e… tutti fanno parole crociate.
Domani tappa lunga, partiremo presto per arrivare dal vescovo di Sumbe a cui abbiamo fatto sapere del nostro anticipo.
Il morale è buono e sapendo che qui non avremmo trovato birra, il nostro cassiere oggi ci ha pensato così Roberto e Luca sorridono

P.s. Dopo una lauta cena, ottima in qualità e quantità sbrighiamo ancora alcune piccole cose di casa. Ci connettiamo sperando di avere credito sufficiente per postare e farci leggere. Ci siamo ritirati nella foresteria e sappiamo di non poter uscire fino alle 6 quando chiuderanno i cani. Le suore ci hanno detto che sono pericolosi e di starci lontani. Buona notte e al prossimo post













2 commenti:

  1. Domenica ho fatto partecipe D.Cornelio delle vostre notizie e foto.Vi saluta e vi accompagna con la mente e con il cuore. A tutti voi buon proseguimento. Alfredo

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  2. Mi ricordo bene la chiesetta delle Suore, vista nel viaggio del 2015..
    Un abbraccio a tutti
    Maurilio

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