lunedì 23 settembre 2019


Per sabato.
Carissimi tutti,
condividiamo anche oggi attraverso l’accesso internet dei salesiani la giornata vissuta ieri a Pointe Noire. Finalmente sveglia più tardi perché la colazione è servita solo dalle 8. In realtà dalle 7 e anche prima già siamo alzati, abituati a ritmi ormai africani e a serata brevi.
Una colazione abbondante rimette in ordine e ci permette di partire verso la parrocchia dei salesiani per incontrare padre Amilcare, veneto da tanti anni qui dopo 20 anni di Cameroun. Decidiamo di andare a piedi visto che non deve essere troppo lontano, Questo ci permette di passare tra la gente, tra piccoli venditori, piccole officine apprezzando soprattutto l’arte di arrangiarsi e di riparare cose che noi getteremo subito. La gente è cordiale e l’unica cosa che colpisce è il colore della nostra pelle.
Arrivati alla scuola salesiana troviamo padre Amilcare in ufficio, sta parlando coi ragazzi che hanno fatto il test per poter entrare da loro per gli ultimi anni delle superiori. Ci accoglie sorridente e con calma visitiamo la scuola. Questa mattina ci sono diversi gruppi di ragazzi che stanno finendo una formazione finanziata dalla banca mondiale. Quattro specializzazioni: meccanica generale, meccanica di auto, elettricità industriale e civile per la manutenzione delle fabbriche e falegnameria. I turni di scuola sono tre, mattino, pomeriggio e sera e gli alunni superano i 600. Raccontando della scuola ci racconta della realtà sociale. Solo da due anni lo stato riconosce delle scuole professionali, prima non esistevano neanche nel pensiero: tutti gli operai specializzati erano presi all’estero. Ci sarebbe parecchio lavoro ma non c’era nessuna formazione. Qui l’Eni e la Total hanno da 50 anni una presenza molto grande. Guerra o non guerra loro hanno sempre estratto anzi forse alcune guerre sono legate al mondo del petrolio. Come spesso accade i soldi non hanno profumo! È vero però che Amilcare ci spiega che in questi ultimi anni con l’Eni si lavora abbastanza bene perché ha fiducia nel loro lavoro e si è accorta che se si potessero avere operai specializzati del posto a loro converrebbe molto. Così spesso fanno insieme progetti. Degli ultimi gruppi di studenti praticamente tutti hanno trovato un lavoro inerente a ciò che hanno studiato e questo è un buon segno, per lo meno un po’ di denaro non esce da paese. La quantità di petrolio estratto è da sempre un mistero e certamente questo significa che il guadagno dell’estrazione non va neanche allo stato ma si ferma prima in qualche tasca.
Ci colleghiamo alla linea della scuola e riusciamo a comunicare con l’Italia. Un’ora di silenzio tra blog e telefonini. Sappiamo che Marco è bene arrivato a casa e ce ne rallegriamo.
Con Amilcare andiamo al centro dell’Eni che ha un ottimo ristorante in riva all’oceano. Lui acquista dell’ottima verdura e ci presenta alle guardie. Così gustiamo una birra in un mondo strano che è quello degli italiani che lavorano qui, sono in 700. Non è un ambiente in cui ci troviamo molto e allora salutiamo ed andiamo a passeggiare a lungo sulla riva dell’oceano, bellissimo e con tantissima gente che passeggia come noi. Due ore di distensione piacevole. Lasciamo l’oceano e andiam a visitare al Circle africaine il primo museo del Congo. Museo patrocinato dall’Unesco dall’Eni e dalla Total. Molto molto interessante tra storia della città, del Congo. Un’ottima esposizione di maschere tradizionali e una della costruzione della ferrovia che da Brazaville scende fino a Pointe Noire. Storia interessantissima e patrimonio che si sta perdendo preferendo il trasporto su gomma. Rientriamo in albergo solo per cambiarci andiamo a cena dai salesiani. Serata piacevole ascoltando e raccontando. Una comunità tra giovani e anziani. Padre Valentino 80 anni, Alcide 67, il parroco, un secondo sacerdote che si occupa di ragazzi di strada un seminarista e due volontarie austriache che si fermeranno un anno con loro.
Ci riportano a casa e andiamo a nanna felici, una bellissima giornata.















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