domenica 8 settembre 2019


Carissimi tutti,
sappiamo già che non posteremo questa sera ma scriviamo lo stesso in modo da mettere per scritto il vissuto di oggi. Cominciamo dall’inizio.
Sveglia alle 5.50 scoprendo che spostandoci di 1000km verso ovest abbiamo perso un’ora di giorno al mattino guadagnandone altrettanto la sera. Risultato: ci svegliamo ed è ancora piena notte. Il tempo di svegliare tutti ed è giorno. Facciamo colazione veloce e poi partiamo sapendo di avere 340km prima di arrivare alla frontiera che si prospetta complicata. I km scorrono veloci se pur con tanto vento laterale e tratti di molta sabbia alzata dal vento.
Alle 11 siamo in frontiera namibiana, sbrighiamo in poco più di mezz’ora ed entriamo nella frontiera dell’Angola. Sappiamo di doverci armare di pazienza ed iniziamo le procedure. Coda per timbrare i passaporti, corsa oltre dogana per fare delle fotocopie (quelle che abbiamo e sono tante non bastano mai…) e far stampare le fotografie della macchina e della moto. Torniamo finalmente nell’ufficio e comincia la pratica per i mezzi. L’impiegato è gentile e competente. Ancora un passaggio: pagamento in banca e sembra finita… Invece quado proviamo a passare ci fanno scaricare tutto dalla macchina e sembra ci facciano grane invece interviene il funzionario gentile che capisce la cosa e ci fa entrare. Siamo finalmente in Angola e sono le 15.30. Fortunatamente in Angola guadagniamo un’ora. Ci restano 40km e siamo a destinazione: il vescovo contattato ci ha detto che il Vicario generale ci aspetta nella missione di Omupanda. Scopriamo che è una missione storica iniziata nel 1928 dai protestanti discendenti dai Boeri. Col tempo è diventata cattolica ma le strutture iniziali restano in piedi e sono ancora molto belle oltre che in pieno stile coloniale. Nella missione c’è il seminario minore cioè il liceo e una scuola statale gestita dai padri. Ci accoglie, senza sapere del nostro passaggio, padre Alessandro che ha studiato a Macerata la teologia e parla bene l’italiano. Come già avevamo scoperto qui i sacerdoti hanno studiato tutti in Italia essendo l’Angola stata in guerra fino al 2002. Proprio qui a Ondjva in tempo di guerra è stato ucciso un sacerdote, figura molto conosciuta e molto amata dalla chiesa locale. Il vicario generale ci accompagna in una piccola struttura di passaggio dove il vescovo ha prenotato per noi. Abbiamo il tempo di fare un giro alla nuovissima cattedrale e ci ritroviamo per cena. Un nuovo padre viene a trovarci dopo cena e ci aiuta a cambiare dei soldi per proseguire il viaggio.
Ora raccolti tutti insieme prendiamo un buon caffè di Dino ridendo e raccontandoci cose vissute e viste. L’Africa è nuovamente cambiata: più gente, più povertà e lo notiamo subito sul prezzo delle cose.
Abbiamo già sentito p. Maurizio di Lubango e domani sera dovremmo essere da loro in un monastero delle Clarisse che già ci avevano ospitati nel 2015.
Avanziamo piano piano… 













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