mercoledì 23 settembre 2015

Kimuenza 23 settembre




Carissimi tutti,
poco a poco scende la notte e la setta che è appena dall’altra parte della strada ha già cominciato a sbraitare e continueranno fino alla fine della notte. Ci siamo chiesti se per loro Dio è sordo e non sente per cui occorre gridare sempre. Veramente non è difficile pensare che la religione sia un “oppio” che fa dimenticare tutto e tanto è da dimenticare in questa situazione oppure ci vuole poco per lasciarsi illudere da promesse che possono cambiare la vita.
Oggi giornata molto bella e significativa. Abbiamo iniziato con la messa coi padri poi abbiamo conosciuto Donato un italiano di 35 anni che dal 2006 è qui, partito dopo la laurea in ingegneria, ora ha un’impresa di costruzione e dice di avere molto lavoro anche se occorre adattarsi. Il mondo è veramente piccolo e gente particolare ne trovi ovunque.
Poi un giro per la città passando dal porto dove dovremo attraversare il fiume verso Brazzaville e una sosta dopo aver percorso il boulevars 30 giugno al mausoleo di Kabila padre, il cuore della città là dove si celebra la liberazione dopo la dittatura di Mobutu. Davanti a quel mausoleo abbiamo ascoltato il racconto di una versione della storia che poi viaggiando le suore ci hanno un poco ritoccato con lo sguardo dal basso, quello della gente che spesso i cambiamenti semplicemente li subisce senza notare troppi miglioramenti. Certamente però qualcosa si è fatto e in alcuni luoghi qualcosa è cambiato e tutto ciò almeno un poco fa sperare.
Dopo un bagno di cose grandiose discesa e risalita di alcune colline per arrivare alla collina di Kimuenza passando davanti alla città dei gesuiti là dove Paul Gilbert il professore di Luca veniva spesso a dare corsi. Un posto bellissimo, una città universitaria una vera speranza per il futuro di questo paese. Su questa stessa collina ci sono molte case di formazione tra cui quella delle suore di S. Giuseppe, struttura molto bella divisa tra postulantato e noviziato, un’oasi di pace curata e accogliente. Un luogo anche di lavoro manuale, sembra una piccola azienda in cui tanto lavoro è pensato e fatto per rendere autonome le future comunità di suore: un allevamento di galline, qualche maiale, conigli e un grande orto con un po’ di tutto in parte da vendere e in parte da consumare durante l’anno. Sono questi i piccoli segni che costruiscono futuro, un futuro che parte dalle cose semplici e dal mettere insieme un’esperienza di fede con il rimboccarsi le maniche in un luogo in cui sarebbe facile dire che tanto non si può fare nulla perché tutto va male. Forse è proprio la fede che sostiene l’impegno e ci colpiva come la visita al luogo è cominciata in cappella, semplice ma molto curata.
Un lauto pranzo e qualche buona risata hanno accompagnato il tempo insieme e poi partenza per ritornare qui a Limete. Prima di partire fa sorridere la consultazione che avviene per decidere dove passare per evitare i luoghi di traffico impossibile. Abbiamo scelto una strada secondaria quasi impraticabile, ci vuole sangue freddo e capacità nel passare in luoghi in cui con una moto non sarebbe scontato passare senza infilarsi in buche o zone troppo sabbiose. E dire che non è ancora cominciata la pioggia che renderà le strade ancora peggio di quello che sono.
Ora dopo un po’ di bucato, la preghiera insieme e la cena chiacchieriamo un po’ ma a nanna presto, qui il mattino si comincia presto e il caldo del giorno piega i nostri fisici.
È appena andata via la luce per cui non sappiamo se riusciremo a spedire… “c’est l’Afrique!” anche se qui è già molto molto diverso che fuori del portone…
Buona notte a tutti

Kimuebza "l'orto"

La strada


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