domenica 30 settembre 2018

Domenica 30/2

Ragazzi al mare una domenica d'autunno

Piccoli grandi pescatori... la sproporzione con chi è in rada là dietro

Passeggiando e chiacchierando di cose serie

Guardando verso est

Bellezze che la bassa marea concede


Carissimi tutti

Questa è la seconda puntata di una domenica che è stata una magnifica giornata.
Stamattina siamo andati a fare due passi fino alla spiaggia dell'oceano. Guardare il mare e la sua vastità è sempre fonte di grandi emozioni soprattutto per gente come noi più abituati alle montagne.
Ci siamo ricordati quando 15 giorni fà eravamo venuti a passeggiare alla stessa spiaggia e guardavamo le navi ormeggiate in rada sperando che ci fosse anche quella con il nostro container. Sono passate due settimane e siamo ancora qui. Quante emozioni, speranze, delusioni e frustrazioni, ma anche tanti incontri con persone magnifiche che hanno riempito le nostre giornate. Siamo grati di tutto questo, ma siamo soprattutto contenti che sembra verosimile che domani possiamo partire. Nel pomeriggio abbiamo dato il rimanente dei soldi a Hassan perchè potesse pagare tutte le tasse per poter far uscire i mezzi e sembra che tutti i problemi che fino a ieri sembravano insormontabili si siano risolti. Vedremo domani quando andremo al porto. Ma siamo speranzosi molto più di alcuni giorni fa.
Stasera sperando che fosse lìultima serata qui a Dar es Salam, siamo andati a cena fuori con padre Tesha. Bel momento anche con lui che così bene ci ha accolto e seguito in tutte le nostre vicessitudini di questi giorni.
Domani da come ci ha detto Hassan, ci troveremo all'entrata del porto verso mezzogiorno e poi dovremo partire. L'idea è quella di raggiungere nel pomeriggio Morogoro e dormire nella casa di formazione dei padri della Consolata dove la settimana scorsa avevamo conosciuto fratel Sandro. Martedì arrivare a Iringa o addirittura a Mbeya. Marco parte con noi e poi vedremo lungo il cammino dove farlo rientrare. Speriamo da Lilongwe capitale del Malawi.
Vi racconteremo domani speriamo da Morogoro.  

Domenica 30

Carissimi tutti

Abbiamo appena ricevuto la notizia della nascita di Rebecca Ruà e siamo nella gioia per Cinzia, Luca, Isabel e Ivan. I nostri più sentiti auguri a tutta la loro famiglia e un augurio particolare per Rebecca che si apre al mondo.
Vi chiediamo scusa perchè ieri non vi abbiamo dato notizie ma eravamo molto depressi e frustrati per le notizie ancora negative dal porto.
Ieri mattina siamo partiti decisi per andare la porto dopo aver fatto tutti i bagagli sicuri che, se non subito, almeno prima di pranzo saremmo riusciti a partire per il nostro viaggio.
Arrivati all'ufficio di Hassan abbiamo avuto la doccia fredda: non si può partire perchè mancano ancora dei documenti che però non si capisce bene quali. Cerchiamo di andare almeno al porto con un addetto per vedere i mezzi ma all'ingresso da dove si entra ci dicono che non è possibile entrare perchè non abbiamo il permesso e chi ce lo potrebbe dare non è in ufficio perchè è sabato.
Potete immaginare con quale spirito siamo ritornati alla casa dei padri, rivedere tutti quelli che ci avevano salutati come se fosse l'ultima volta.
Arrivati e riprese le nostre stanze ci siamo ritrovati sotto il pergolato per decidere cosa fare. Immediatamente Marco ha deciso di rientrare con il primo aereo dato che se faremo un po' di viaggio rischia di non essere in un luogo con un aeroporto il giorno che dovrebbe rientrare, quindi meglio partire. Per questo abbiamo sentito subito Laura della Esseviaggi che con la disponibilità che sempre contraddistingue la loro agenzia, si è messa in moto per poter cercare un volo per il rientro.
Il seguito è stato un mandare mail e messaggi telefonici a tutti i posti dove avremmo dovuto passare per sospendere le prenotazioni e rimandare almeno a lunedì.
Ieri sera ci siamo almeno rallegrati guardando la partita Juventus-Napoli.
Oggi andremo al mare e poi cercheremo una messa in cui capiremo nulla ma almeno ci diletteremo dei bellissimi canti.
Vi faremo sapere il proseguimento.
Grazie a tutti.
  

venerdì 28 settembre 2018

Venerdì 28

Carico dei medicinali per l'ospedale di Ikonda

Ecco la foto del nostro container scaricato


Carissimi tutti

Forse ci siamo.
Stasera abbiamo mandato le foto delle nostre patenti internazionali per assicurare che saremmo veramente noi a guidare.
Ma andiamo per ordine perchè oggi è stata una giornata al limite dell'assurdo.
La giornata è iniziata come le altre passate qui: aspettando la telefonata di Hassan e la sua visita. Tutta la mattinata ad aspettare senza che si muovesse nulla. Ai tentativi di padre Tesha di telefonare per sapere il da farsi, Hassan si negava. Dopo pranzo è un momento di riposo, abbiamo avuto una doccia fredda. Dall'Italia, dal dottor Luigi Bertola che conosce Hassan veniamo a sapere che il container è stato effettivamente scaricato ma non sanno dove l'hanno posto. Qualcuno questa mattina rispondendo al nostro invito di ieri sera di non più fare tifo ci aveva scritto scherzando "vi auguro che il container venga perso", sembrava semplicemente uno scherzo e invece si realizzava veramente.
Dopo 2 ore di ansia in cui ci sembrava di essere alla fiera dell'assurdo e dopo una telefonata anche di Michele, Hassan ci mandava la foto del container. Ritrovato il container adesso si stanno effettivamente sbrigando le pratiche e domani mattina dopo colazione andremo a prendere i mezzi e poi partiremo.
Non ne siamo ancora convinti ma sembra che questa volta sia quella buona.
Speriamo veramente di scrivervi domani da Iringa o se non da Iringa almeno da Morogoro.
Vi racconteremo.
Buona notte a tutti.

giovedì 27 settembre 2018

Giovedì 27

Incontri...




Carissimi tutti

Non abbiamo più parole o quelle che ci vengono in mente sono solo parolacce, quelle che alla tele di solito si coprono con il "bip".
Che raccontarvi? Oggi abbiamo aspettato tutto il giorno la telefonata di Hassan che ci avrebbe dovuto dire di andare a ritirare i mezzi e invece nulla. Passare la giornata ad aspettare un colpo di telefono fa diventare ogni ora molto più lunga di quello che è e ad ogni squillo di telefono si scatta come una molla. La telefonata è arrivata alla fine semplicemente per dirci che lo sdoganatore era ancora in porto.
Questa sera quindi, abbiamo il morale a terra. L'unica cosa che sappiamo è che domani mattina Hassan verrà (così almeno ha detto) per riferirci cosa potremo fare.
L'unica nota positiva sono gli incontri che abbiamo avuto oggi qui alla casa dei padri. Prima Michele, ingegnere di Belluno, che conosce Scotta, che lavora qui in Tanzania per costruire centrali elettriche prima per le missioni e poi anche per privati e poi una missionaria laica originaria di Peveragno che lavora in Africa da 40 anni consorella di Amalia Rolando di Revello. Incontri molto belli e profondi che ti scaldano il cuore e che creano amicizia che sicuramente durerà nel tempo.
Adesso continuiamo a parlare fosse anche solo per non pensare alla sfortuna che ci è ormai compagna di strada.
Vedremo domani e speriamo di potervi raccontare la prima tappa del nostro viaggio da Iringa.
Buonanotte e a presto

P.S. Smettete di fare tifo e di incoraggiarci ... forse le cose possono cambiare!

mercoledì 26 settembre 2018

26 settembre

Sembrava un lavoro facile...

Cercando nel container diventato piccola officina


La forza e l'astuzia


Carissimi tutti,
questa sera solo alcune righe di aggiornamento. Da questa mattina aspettiamo notizie "positive" per poter partire. Mattinata in casa a leggere, studiare qualcosa e per Dino e Roberto un lavoro impegnativo: la grande lavatrice della casa ha i cuscinetti partiti e sembra un aereo al decollo. Decidono di smontare tutto e provare a cambiare i pezzi rotti. Tra le chiavi che Roberto ha in valigia e qualcosa recuperato in officina della casa smontano tutto e consegnano a Egidio che si rivela capace di intuire la situazione e conoscitore di dove si può trovare il pezzo da sostituire ma... ci vuole un estrattore! Dino e Roberto spiegano cosa serve e lui parte... Dopo alcune ore, mentre noi mangiamo pranzo e riposiamo un po', rientra con pezzo sostituito e nuovo! Incredibile per l'Africa e invece vero. Rimontare il tutto non risulta essere così facile, Roberto perde chili in sudore ma un po' l'orgoglio di non lasciare le cose a metà un po' la capaicità dei nostri meccanici alle 1850 la lavatrice sembra nuova. Egidio ha imparato parecchie cose in italiano, anche qualche parolaccia nei momenti difficile, ma anche che gli italiani lavorano ridendo e scherzando. Roberto e Dino a cena ci confessano che piuttosto passavano la notte ma non potevano lasciare il lavoro a metà, questione d'onore. Luca e Claudio nel pomeriggio sono stati con padre Tesha a cambiare degli euro sperando di poter partire o almeno di esserne pronti.
A cena hanno stappato una bottiglia per i nostri lavoratori...
Ah già... e i nostri mezzi? Sappiamo che il container è scaricato e Assan lavora per darci tutto al più presto. Speravamo domani mattina presto invece non sappiamo ancora. Alla notizia ufficiale: venite a prendere e partite, andremo al porto e poi si vedrà fin dove arriveremo. Anche il viaggio sarà una scoperta ogni giorno e fin dove? Vedremo. Luca è più ottimista Claudio un po' meno sul poter partire presto domani, vedremo che vincerà la scommessa. Stiamo comunque bene e cerchiamo di imparare anche da questo tempo un po' assurdo e inspiegabile se non fossimo in Africa. Certamente le persone incontrate fin'ora ci hanno reso bello anche questo tempo e di ciò siamo grati.
Non abbiamo altre notizie solo che speriamo ancora in una parte del viaggio previsto anche perchè non possiamo lasciare nulla in Tanzania per questioni burocratiche sempre più incasinate, forse giustamente. Il nuovo presidente ha lavorato molto sulla corruzione e questo ha anche dei costi nel rendere più complicate le cose. Anche le strade sono più lente ma più sicure. Ci colpisce come sia tranquilla la città e si vedono tante persone di tutti i livelli andare in giro tranquilli, un buon segno e un buon volto dell'Africa almeno di questa piccola parte.
Speriamo in un domani mattina decisivo e poi... vedremo
Buona serata a tutti

martedì 25 settembre 2018

Martedì 25

Apprezzamenti di Roberto all'autista: 10h di guida...
Incrociamo un parco e un po' di animali si lasciano vedere
Distribuzione biglietti

Salutiamo sr. Virgiliana e saliamo sul pulmman

Stanno lavorando ad acquedotti futuro per il paese

Intasamento arrivando a Dar


Carissimi tutti

Siamo di nuovo a Dar Es Salam sotto il pergolato che avevamo lasciato sabato scorso. Stiamo aspettando la telefonata di Hassan che ci dovrebbe dire qualcosa sul container dei mezzi. Luca ha scaricato un programma per monitorare la posizione delle navi. In questo momento la nave dove si trova il nostro container sta entrando in porto. Speriamo che scarichi subito il container.
Non riusciamo proprio a capire il perchè di tutto questo ritardo.
La cosa bella è che siamo riusciti a vivere bene questi giorni a Dodoma e a Iringa.
Stamattina abbiamo preso il bus che fa la linea Iringa - Dar Es Salam alle ore 7. Ci ha portato alla stazione dei pullman suor Virgiliana che ci aveva prenotato i biglietti ieri pomeriggio.
Il viaggio è stato molto bello e di tipo veramente africano. 500 km in 9 ore con una sola fermata di 10 minuti. Il pullman che abbiamo preso era molto simile ai nostri solo che l'aver sempre percorso queste strade, le vibrazioni e i rumori non mancavano. Però c'era la televisione, quindi abbiamo avuto il piacere di seguire due film in lingua locale dove piangevano tutti. Dopo i film una persona si è messa a fare promozione di creme e saponi. Dato che aveva dell'aglio in mano ci è sembrato che le creme e i saponi reclamizzati fossero all'aglio. Ha parlato per più di un'ora. Tutto questo è stato accompagnato da pianti di bambini piccoli e da venditori che appena il pullman rallenta va un po' si avvicinavano per vendere le loro mercanzie. Tutto sommato però è stato molto bello. Dato che la strada attraversava per 50 km un parco nazionale abbiamo visto anche parecchie zebre, giraffe e antilopi. Un vero Safari dopo giornate intense di incontri e di riflessioni.
Adesso dopo cena aspettiamo una telefonata da Hassan. Mai atteso una telefonata con tanta ansia e apprensione!
Se per caso ci dicessero che non ci consegnano i mezzi per poter partire almeno giovedì prossimo dovremmo vedere come rimandare il container a casa dato che non riusciremmo più a fare nemmeno una parte del viaggio. Speriamo ancora di poter partire. Vi aggiorneremo appena sapremo. La speranza sta rinascendo visto la posizione della nave.
Continuiamo a sperare. Grazie per gli incoraggiamenti.

lunedì 24 settembre 2018

Lunedì 24

un bimbo nella scuola materna delle suore

P. José ci racconta della vita nella parrocchia

Prove di canto per gruppi separati... bellissimo sentirli

Il saluto alle suore dopo la cena

Roberto si fermerà a intrattenere i bimbi...

Preparazione dei saluti agli ospiti

Mercato del riso

Ormai amici dei bambini ci facciamo fotografare

La soddisfazione di entrambi

Vecchi giochi sempre apprezzati

Trasporto banane

Il nostro RAV4 dalle suore

Ascoltando suor Virgiliana

Cimitero dei padri e delle suore... un bagno di storia della chiesa

La prima chiesa costruita dai padri della consolata a Tosamaganga


Carissimi tutti

Siamo attorno ad un tavolino nella casa delle suore dopo una bellissima giornata. 
Stamattina dopo aver fatto colazione siamo partiti con suor Virgiliana per andare a visitare la prima missione costruita dai Benedettini tedeschi nel 1896 a Tosamaganga sulle colline poco lontane dove c'era il piccolo villaggio di Iringa. Perdendo la prima Guerra Mondiale i tedeschi persero tutte le loro colonie e quindi anche la Tanzania che passò sotto il protettorato inglese. Per questo nel 1917 i benedettini furono cacciati e per 2 anni non ci furono sacerdoti per queste missioni. Solo nel 1919 i Padri della consolata furono chiamati dall'allora amministratore apostolico che era uno svizzero per venire ad occuparsi delle comunità cristiane di queste zone. I padri della consolata erano già presenti in Kenia e quindi inviarono per iniziare quattro padri (Gaudenzio Panelatti, Domenico Vignoli, Giacomo Cavallo e Giovanni Ciravegna) proprio a Tosamaganga. Di lì iniziò tutta la presenza dei Padri e delle suore della Consolata in Tanzania.
Arrivare in quella missione sembra di entrare nelle "Riduziones" dei gesuiti in Paraguay diventate famose per il film di qualche anno fa "Mission". In cima ad una collina è stata costruita una vera e propria cittadina con evidenti le priorità della missione: una scuola, un dispensario, una chiesa. L'organizzazione è impressionante e il pensare le persone che qui hanno dato la vita per costruire tutto questo fa entrare in quella storia raccontata dalle tante tombe che abbiamo visitato ai piedi della collina arrivando. Quanti padri, fratelli e suore qui hanno dato i migliori anni della loro vita nel silenzio. Entrare nella chiesa che si trova la centro, sembra di entrare in un altro mondo. L'architettura ricorda in tutto le nostre chiese e in più essendo state costruite prima della riforma liturgica si vedono anche gli adattamenti che sono state loro apportate proprio per consentire la celebrazione della messa guardando i fedeli. Tutto in questo posto trasuda storia, storia della presenza della Chiesa che si innesta e si inscrive anche nella storia di questo stato dal periodo della colonizzazione tedesca, poi inglese e poi con l'indipendenza e la successiva statalizzazione delle scuole. Bella visita arricchita dalle riflessioni condivise con suor Virgiliana sul cambiamento del modo di pensare e di vivere la missione  da quegli inizi ad adesso e guardando il futuro e quale futuro. Molto bello e profondo condividere tutto questo con molta semplicità anche riflettendo sulla nostra chiesa italiana che i missionari ritrovano tutte le volte che tornano a casa e che alle volte trovano sempre più lontana dalle preoccupazioni missionarie. 
Tornando prima di pranzo siamo ancora andati a salutare i bambini dell'asilo tenuto dalle suore.
Nel pomeriggio siamo andati al mercato con suor Joselice poi alla parrocchia dove per tanti anni nostra zia aveva lavorato occupandosi del dispensario. Bell'incontro con padre José colombiano della consolata che ci ha fatto vedere tutta la missione e le sue attività. Anche qui ci siamo accorti che il mondo è veramente piccolo. Il suo vescovo della Colombia è stato mons. Cuniberti di Carassone di Mondovì, conosciuto molto bene da Dino. 
Prima di tornare a casa siamo ancora passati fino all'Artigianato per vedere se c'era qualcosa che ci poteva interessare. Siamo anche passati a visitare una bellissima realtà gestita dalla chiesa anglicana dove si fanno lavorare persone portatori di handicap e poi si vendono i loro lavori. Realtà bellissima molto creativa e con lavori molto belli. Abbiamo subito pensato a Simona Garzino e al suo negozio-laboratorio. Si sarebbe divertita a vedere tutte le cose belle che si fabbricano. Abbiamo pensato anche a Gabriella Arese e a tutti i suoi lavori di cucito.
Ritornati abbiamo celebrato messa e poi cenato salutando le suore dato che domani partiremo alle 6,30 per raggiungere Dar. 
Domani dovrebbe essere il giorno della verità. Speriamo che sia una buona verità.
Arriverci a domani. 

domenica 23 settembre 2018

23 settembre Domenica

Dino fiero del suo lavoro qualche anno dopo...

Salendo nel campanie della cattedrale

La centrale delle campane e del campanile

Vigneti

Padre Cesare

La Cattedrale

Chiacchierando con Giovanna

Ormai tanta povertà: le case della gente dei villaggi

Trattori alla fattoria dei padri della Consolata

Spaccalegna di Pezzolato!

Approcci, bellissimo vedere come il "notro modo" è compreso da tutti! Oppure è il savoir faire di Roberto

Quando la televisione c'era solo in parrocchia!

Messa domencale dalle suore

Salutiamo padre Evaristo


Carissimi tutti,
siamo seduti in un piccolo parlatorio nella casa bellissima delle suore di Iringa. Raccogliamo le idee al termine di questa giornata piena e bella. Iniziamo presto anche oggi e dopo un'abbondante colazione, sapendo che non avremmo fatto pranzo, partiamo per andare ad incontrare padre Cesare, un passionista dal quaale Dino aveva alloggiato quando nel 1996 era stato qui per mettere le campane alla cattedrale. Arrivando da loro sembra di essere ai piedi delle langhe, vigneti bellissimi che producono un'uva dolce che serve per un buon vino. Sono i padri della consolata che oltre 50anni fa avevano scoperto che qui l'uva poteva vivere e produrre. Ora in alcuni campi sperimentali la vite dà fino a quattro volte l'anno. I padri hanno una grande scuola e una tenuta vicino alle suore di Ivrea. Posto bellissimo e molto ben tenuto. Salutiamo padre Cesare dopo aver comprato del vino da portare alle suore e ci spostiamo alla Cattedrale dove Dino fattosi riconoscere sale sul campanile a fare alcune verifiche e alcune riparazioni veloci mentre noi incontriamo Giovanna, laica di bergamo qui dal 1972 sposata con Nino un pugliese incontrato qui. Hanno due figlie una sta facendo le scuole qui e Agnese la più grande finisce qust'anno a Londra le superiori. Persona splendida appassionata del lavoro e della vita qui a Dodoma. Segue un'associazione per ragazzi di strada col marito, un lavoro capillare veramente con gli ultimi e nascosti poveri. Così si fanno le 11 e con padre Evaristo partiamo per Iringa. Una strada terminata da pochi anni che lasciando Dodoma alle spalle sale pian piano per 250 km verso le montagne di Iringa luogo fresco e accogliente. Non facciamo tappe forse perchè il padre ha voglia di farci vedere il suo centro in cui lavora. Centro che accoglie orfani e porta avanti una piccola scuola tecnica. La chiesa è stata fatta da un padre di Savigliano che anni fa aveva intuito l'importanza del luogo e aveva comprato molta terra. Una bella e simpatica fattoria accanto alla scuola. Questo luogo ci ricorda quasi le riduzioni dei Gesuiti: una chiesa una scuola una fattoria e tanta gente che comincia a girare attorno lontano (10km) dalla città. Il padre ci diceva che questa lontananza aiuta soprattutto i ragazzi più difficili e disadattati a sentirsi parte di una famiglia.
Lasciamo il centro dei padri della Consolata e arriviamo a Iringa, un giro in città veloce e poi dalle suore che ci attendono con tanta gioia: è da tanto che vi aspettiamo, dal 2013 quando ci avete mandato la macchina, il RAV4 che abbiamo visto subito arrivando. Poi una semplice messa nella cappella delle suore, qui sono soprattutto le anziane che hanno un posto fresco e protetto in cui passare l'ultima parte della loro vita. Una ha 96 anni ed è originaria di Bagnolo, sulla sedia a rotelle per un problema a una gamba e che ci parla a lungo di nostra zia di cui era molto amica. Salutiamo padre Evaristo a cui lasciamo qualcosa per il centro e per il viaggio, ci saluta emozionato per questi giorni passati insieme. Quante cose ha saputo raccontarci, all'africana, da tanzaniano di ciò che vedevamo e di ciò di cui chiedevamo. Proprio un bell'incontro di cui siamo grati. Ora ci ha consegnati alle suore che domani ci faranno vedere alcune cose importanti che seguono. Qui c'è tanta storia della chiesa di Tanzania ed è un contesto particolare: le prime chiese sono state fatte prima del Concilio cioè prima del 1965, i padri nel 2019 faranno cento anni di presenza qui e si vede nelle strutture e in tante piccole cose che dicono una storia particolare ormai passata quasi ovunque a preti diocesani. In ultimo abbiamo telefonato a Dar per sapere se c'erano novità, per ora nulla. Contiamo di prendere un pullman martedì alle 7 per arrivare in procura prima di notte e poi... si spera di poter avere i mezzi altrimenti non sappiamo cosa sarà di noi. Vedremo e vi racconteremo. Grazie a chi ci legge e ci sostiene, andiamo a nanna, qui è fresco da dover mettere la felpa..

sabato 22 settembre 2018

Sabato 22

Cambio ruota...

Paesaggi africani conosciuti

Serata in pizzeria tutto ottimo

Il futuro è in mano ai giovani


Fratel Sandro

Padre Zanetti


Valvaraita pneus

E' più facile cambiare la gomma alle mucche


Carissimi tutti

Vi scriviamo da un albergo di Dodoma dove le suore della consolata tramite Giovanna (una signora italiana che è arrivata qui giovane cooperante e adesso continua a lavorare per i ragazzi di strada finanziandosi anche attraverso una pizzeria in cui siamo andati a mangiare questa sera) ci hanno prenotato.
Questa mattina siamo partiti alle 6,30 da Dar es Salam con il padre Evaristo per Dodoma. Uscire da  Dar non è stato per nulla facile. Già partendo a quell'ora c'era parecchio traffico e in più per parecchi chilometri i limiti sono a 50 km/h con una massiccia presenza di polizia sulla strada a controllare soprattutto la velocità. Quindi ci siamo messi in coda e bravi bravi e siamo usciti da Dar impiegandoci più di un ora.
A Morogoro ci siamo fermati per fare colazione nel seminario della consolata dove ci ha accolto fratello Sandro. Il mondo è proprio piccolo dato che aveva fatto il noviziato nel lontano 1968 alla Certosa di Pesio e in più conosceva molto bene padre Daniele Giolitti per averlo incontrato quando si era affacciato alla Consolata per decidere della sua vocazione. Sempre bello scoprire amici comuni e far sì che le persone incontrate diventino nuovi amici.
Ripartiti siamo ancora andati a salutare padre Zanetti (trevigiano) al noviziato della Consolata. Nei suoi occhi si poteva leggere la storia della presenza della Consolata in Tanzania dato che è dal 1967 che si trova qui in diversi luoghi.
Ripartiti definitivamente da Morogoro riprendevamo la strada per Dodoma ma dopo qualche km l'auto ha cominciato a sbandare sull'asfalto  reso insidioso dal passaggio di tanti mezzi pesanti che lo avevano segnato con profondi solchi. Avevamo bucato. Accostarsi su una strada africana è sempre una piccola impresa dato che le scarpate sono profonde e taglienti. Scesi dalla carreggiata della strada ci mettevamo al lavoro. Sembravamo quasi i meccanici di Formula Uno tranne per una piccola differenza. I meccanici ci Formaula Uno sono efficienti anche perchè hanno dei mezzi super efficienti mentre a noi mancava la cosa più fondamentale: il crick. Non è che non ci fosse, ma quello che c'era non riusciva a sollevare la macchina in modo tale da poter sostituire la ruota. Pensare che sulla macchina che è nel container abbiamo ben due crick! Abbiamo provato in tutti i modi, con pietre sotto le balestre e scavando un buco. Alla fine abbiamo fermato un'auto per chiederlo in prestito.
Finito tutto sotto gli occhi di una piccola folla di pastori masai, siamo ripartiti pet fermaci al primo gommista sulla strada. Tra una fermata e l'altra abbiamo perso più di un ora e così siamo arrivati a Dodoma solo verso le 18. 12 ore per fare 450 km. Non male.
Arrivati a Dodoma e dopo una doccia siamo andati a fare cena nella pizzeria di Giovanna. Durante la cena si è creato immediatamente il bel clima di quando si è in viaggio allegro e scherzoso con Roberto che dava il meglio si sè con battute e considerazioni che sanno strappare una risata a chiunque.
Adesso siamo in albergo e tra poco andremo a dormire.
Domani andremo a vedere le campane della cattedrale montate da Dino nel 1996 e andremo a visitare padre Cesare che conosce Dino e qui a Dodoma fa dell'ottimo vino. Incontreremo Giovanna della pizzeria e poi ci incammineremo verso Iringa dove ci attendono le suore.
Vi racconteremo.
A domani e grazie dei messaggi di incoraggiamento che ci avete inviato.