domenica 4 ottobre 2015



Con Luca ci siamo detti che dovevamo chiudere gli scritti del blog ma non potevamo farlo subito e così eccoci qui dopo qualche giorno dal rientro.
È domenica e stiamo partendo per le varie messe in valle, nel pomeriggio a Cuneo dalle suore presenteremo qualcosa del nostro viaggio. Ma… dove eravamo solo una settimana fa? Sulla pista che ci portava da Brazzaville a Pointe Noire, giornata impegnativa e molto bella che concludeva la nostra strada!
Dal nostro ritorno abbiamo cominciato tutti a raccontare, in tanti ci chiedono e in tanti hanno voglia di ascoltare e ogni racconto è rivivere nuovamente e in modo un po’ nuovo quel mese passato insieme in Africa. Che bel dono! Un crescendo soprattutto di incontri, di umanità di accoglienza nonostante i problemi apparentemente irrisolvibili e senza futuro degli ultimi paesi visitati. Siamo sempre più convinti che il viaggio salendo verso nord si sia intensificato in povertà ma soprattutto in umanità. Forse umanità ferita, spesso sfigurata e brutta, rovinata ma altrettanto spesso di uno splendore sorprendente: “perle in mezzo a letame”. Ci tornano in mente volti, sguardi, parole, gesti.
Ricordiamo Christopher a Durban, gli ospiti della casa degli scalabriniani di Cape Town per poi arrivare ai sacerdoti di Lubango in Angola, le clarisse che ci hanno ospitato per la notte e con cui abbiamo pregato, poi i sacerdoti giovani di Sumbe il loro vescovo mons. Kiala, padre Enrique di cui conserviamo un portachiavi prezioso nel gesto, poi Guillaume a Luanda e i suoi preziosi aiuti per la strada verso il Congo, i suoi contatti e i suoi racconti, i cappuccini di M’Banza Congo in particolare Fabio, il suo sguardo disincantato su quel mondo e le sue speranze per il futuro della missione. Poi le meravigliose suore di S. Giuseppe, Marthe, Wivine, Elène, Anne e tutte ognuna nella propria originalità, ricordiamo la loro accoglienza la loro festa per il nostro interessarci a loro e ai loro progetti, la loro vitalità giovane il loro guardare al futuro del loro paese dal volto marcio con speranza e voglia di provarci, le loro sonore risate e la preoccupazione nel farci partire bene. Di Brazzaville abbiamo in cuore sr Agnès che ci ha attesi tutto il giorno in dogana e ci ha preparato un posto splendido da dove ripartire verso la fine del nostro viaggio, in cuore abbiamo il suo rincrescimento per non essere potuti passare alla sua missione. Padre Beal che ci aiutati a trovare una macchina per Giovanni, Dino e Maurilio. Infine i cappuccini di Pointe Noire e i salesiani che ci hanno raccontato e fatto vivere un po’ di quella città e di quel paese ancora troppo segnato dalla guerra e dalle ingiustizie… E poi tante persone incontrate per strada che ci salutavano e ci facevano segno OK! Quasi ad incoraggiare e a sostenere il viaggio. Tutti hanno reso meraviglioso questo mese passato in terra africana. Grazie!
Ora resta la nostra vita a rendere un po’ il dono ricevuto, resta l’intenso legame creatosi tra noi per formare squadra, restate voi lettori preziosi di questo blog, grazie del vostro sostegno e del tempo che ci avete dedicato. Faremo alcune serate per presentare il viaggio, lo dobbiamo a tanti che ci hanno sostenuto e ancora lo fanno, lo dobbiamo a chi ci ha accolto perché il ricevuto non si perda e nessuno sia dimenticato. Per ora arrivederci a tutti… magari al prossimo viaggio
Un fraterno abbraccio il gruppo di “viaggiare per incontrare”
Maurilio

Dino

Luca

Giovanni

Paolo - Ramon

Claudio

Tutti attorno ad un caffè

Con che cameriera!

Nubi sopra Malpensa: ormai a casa



p.s. Un grazie particolare anche a Elisabetta di Latitudine24 che ci ha aiutati per la Namibia. Un grazie particolare e un po’ personale al dott. Marco Mannino che ha rimesso in ordine la schiena di Claudio e a Marco Garzino che l’ha preparato fisicamente con ginnastica adeguata. Un grazie infine a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, macchina e scuola di Selembao.

mercoledì 30 settembre 2015

Pointe Noire 29 settembre

Pointe Noire 29 settembre

Carissimi tutti,
forse quando ci leggerete noi saremo in volo sempre che domani mattina riusciamo a postare queste parole.
Oggi doveva essere una giornata tranquilla e senza problemi e in parte così è stato ma comunque molto piena per le ultime cose da fare e per essere sicuri di poter partire tranquilli.
Alle nove eravamo già dagli uffici di Bolloré per portare ancora documenti per la spedizione e soprattutto per sapere il prezzo che sembrava dover essere molto più alto del previsto. Invece prezzo ottimo e documenti a posto.
Lasciamo gli uffici sereni non dopo aver stupito il capo responsabile dicendo che eravamo due sacerdoti con quattro amici.
Abbiamo cercato un ufficio per il cambio, passati dalla compagnia aerea che ci porterà a casa per essere sicuri del nostro biglietto e siamo tornati da Giovanni e Maurilio che erano tranquillamente al bar del piccolo hotel dove siamo.
Ordiniamo il pranzo dicendo di fare in fretta perché aspettiamo una chiamata telefonica e dobbiamo andare ancora al porto per consegnare le moto. La tranquillità africana impiega un’ora e mezza a preparare e quando ci dobbiamo mettere a tavola ci chiamano dal porto e ci chiedono di far veloci perché la dogana vuole vedere le moto e chiude alle 14. Un po’ di apprensione, carichiamo e corriamo al porto arrivando in orario ma non trovando il tipo che ci doveva attendere. Dalla dogana escono i grandi con le macchine e per un attimo abbiamo timore di non riuscire a finire le pratiche invece ritrovato il nostro responsabile spiegando la situazione otteniamo in un tempo accettabile le autorizzazioni per entrare in porto e lasciare le moto. Partiamo condotti dal personale di Bolloré pensando che tutto sia facile e invece… per due volte ci fanno tornare indietro perché la polizia portuale pianta grane. Ci tornano in mente le scene di Kinshasa… Assistiamo a una terribile scena di corruzione, il poliziotto non sapeva che capivamo il francese così sentiamo tutto! Ma alla fine la calma dei nostri accompagnatori e un voltafaccia penoso del poliziotto “unto” entriamo nel magazzino accolti con professionalità e attenzione. Prepariamo le moto e discutiamo dell’accaduto, immagine davvero triste per tutti ma ordinaria non solo in questo porto. La cosa ci permette di ascoltare della situazione locale e della fatica a lavorare onestamente col sistema.
Usciti dal porto decidiamo di passare a salutare i salesiani che abbiamo conosciuto ieri. Siamo accolti da una musica assordante che scopriamo essere una campagna di evangelizzazione cattolica che ci fa ricordare nel modo di fare, gridare e pregare, la chiesa pentecostale conosciuta a Kinshasa! Ne parliamo con padre Alcide, salesiano italiano che ci accoglie e ci presenta il loro lavoro. Ascoltiamo volentieri i suoi racconti, della storia del paese, della situazione della città, della chiesa. Ombre e alcune luci che fanno guardare il futuro con un po’ di speranza.
Ci salutiamo e riprendiamo i taxi locali che ormai abbiamo cominciato a conoscere. Chiacchierando con gli autisti si scoprono tante cose di questo paese e soprattutto la fatica ad accettare una situazione che arricchisce sempre solo qualcuno. Ci impressiona quanto Eni e Total siano onnipresenti e quasi onnipotenti.
Bello comunque finire la giornata coi racconti e col sorriso di Padre Alcide col quale scopriamo conoscenze comuni. Per Maurilio è il ritorno ai luoghi di formazione…
Fatta cena con il pasto che oggi avevamo ordinato ma non mangiato ora andiamo a nanna, domani alle 9 ci sposteremo all’aeroporto per il rientro!
Quanta gratitudine in cuore per il vissuto e soprattutto per le persone incontrate, per tutti quelli che ci hanno accolto e ci hanno fatto sentire bene in questa terra che amiamo. Spesso anche in questo viaggio abbiamo sperimentato che alla fine i problemi si risolvono anche se all’ultimo minuto o semplicemente aspettando e accettando ritmi che non sono certamente nostri.
Il buon Dio ha vegliato su di noi e tutti ne siamo grati, grati anche a quelli che ci hanno portato nei loro cuori da lontano partecipando nella gioia e pieni di apprensione nei momenti più delicati rendendosi così vicini ad ognuno di noi.

Grazie un abbraccio a tutti

la pace dei guerrieri

finalmente le moto a destinazione

no comment

e si esce come gli scarticatori di porto

Padre Alcide dei salesiani

in ricordo dei bei tempi andati... per don Bianchi

ultima cena

lunedì 28 settembre 2015

Pointe Noire 28 settembre



Carissimi tutti

Dobbiamo fare il punto della situazione dopo un giorno che non scriviamo.
Ieri siamo arrivati siamo arrivati a Pointe Noire alle 16.30 dopo una tappa molto bella ma anche molto impegnativa. Ci avevano detto che in una giornata e partendo presto si poteva coprire la distanza di 500 km che separavano la capitale Brazzaville dalla capitale economica di Pointe Noire. Ci avevano anche detto che la strada doveva essere sostanzialmente bella, solo qualche km di pista.
Per questo siamo partiti alle 6 dopo aver caricato l’auto che avevamo affittato la sera precedente. I primi 70 km sono stati una delizia: asfalto bello e nuovo con un panorama rigoglioso di inizio foresta tropicale. Dopo la prima grande città, è iniziata la pista. Inizio bella, senza troppe buche che permetteva un’andatura regolare tra i 70-80 km orari. Così è durato per una novantina di km. Si vedevano cantinieri per la costruzione della nuova strada. Grandi ponti e grandi spostamenti di terra. Finiti i cantieri per la strada anche la pista si è fatta più brutta fino a diventare, negli ultimi km, molto brutta. Tanta polvere che alle volte arrivava ai mozzi delle ruote e tanti autocarri cha hanno reso molto impegnativa la guida. Poi all’improvviso, ecco l’asfalto. Strada larga (4 corsie), ma solo per alcuni km poi i camion riprendono la pista e si scorge cubi di cemento che sbarrano la strada. Ci sono delle persone che vegliano accanto a questi cubi. Luca, preso dalla sua voglia di pista, segue i camion nella pista polverosa mentre Paolo e Claudio che seguivano poco distante proseguono sull’asfalto insieme all’auto che seguiva con un soldato per guardia del corpo dato che il tratto di strada, dicono sia pericoloso a causa di gruppi di banditi. In questo modo il gruppo di divide con Luca che segue la pista e quindi procede molto più lentamente (in quel tratto non si riusciva a procedere che in prima o seconda marcia) e gli altri che invece, sull’asfalto procedevano spediti. Questo per alcuni km, poi Claudio se ne rende conto e si ferma in un punto dove le due strade si avvicinano. Chiedendo a degli operai e sapendo che Luca non era ancora passato, si ferma per aspettare. Paolo si ferma con lui e l’auto arriva poco dopo e la tensione sale visto che Luca non arriva. Dopo un po’ di attesa carica di tensione, Luca sbuca in mezzo alla polvere di un camion. Dopo le normali parole cariche di quella rabbia che nasconde la preoccupazione si deve trovare la possibilità di attraversare per poter arrivare sull’asfalto. Un po’ di enduro non proprio estremo ma quasi e ci ritroviamo tutti sulla strada bella. Non avremmo immaginato che di lì a poco avremmo dovuto nuovamente smontare le valigie di Luca e Paolo per un passaggio all’estremo tra grandi pietre che dovevano impedire l’accesso alla strada. Comunque dopo un po’ di ostacoli superati grazie al fatto che siamo ormai una buona squadra affiatata e preparata, siamo arrivati a Pointe Noire alla parrocchia di San Francesco dai cappuccini. Dato che qui è la fine dell’estate e il momento della programmazione, non c’erano posti né nella casa d’accoglienza della diocesi, né da altre parti e siamo stati alloggiati in un centro, tipo ostello per la gioventù ma un po’ abbandonato. Un po’ troppo anche per i nostri standard che dopo tanti viaggi in Africa si sono fatti buoni a tutto. Siamo rimasti d’accordo che oggi avremmo cercato una nuova sistemazione dopo esser andati al porto per le moto.
Sta mattina siamo andati a messa alle 6.30 nella cappella della parrocchia e dopo la presentazione dei turisti venuti dall’Italia abbiamo avuto tutti che sono venuti a salutarci: una vera processione di persone.
Dopo colazione abbiamo preso un taxi e siamo andati agli uffici di Bolloré vicini all’entrata del porto. Il contatto lo ha cercato, come già altre volte, GianLuca Garzino. Stiamo ancora aspettando l’offerta e poi domattina dovremmo portare le moto al porto per l’imbarco.
Ora siamo in un Hotel che i Salesiani che abbiamo conosciuto sta mattina ci hanno consigliato. Tutto molto africano, ma molto meglio rispetto a ieri sera. Non c’è internet ma dopo aver scritto cercheremo un Cyber Café. Domani vi racconteremo.
Per adesso, un abbraccio a tutti.

cominciano le danze!!!

Pronti - via! Parigi Dakar!

visibiità scarsa

Passaggio estremo ma siamo una squadra ormai affiatata

Comprate le moto larghe e poi succede così!

finalmente all'arrivo

tracce italiane

super lusso per i nostri vecchietti! Se lo meritano. Autista eccellente

Segni di una guerra fratricida ancora vicina

i veri eroi sono loro i camionisti gran gente

non si fermano mai e per 250 euro al mese. La moto ci permette di chiacchierare spesso con loro

no comment