mercoledì 16 settembre 2015

15 settembre Lubango



Carissimi tutti

Siamo in un monastero di clarisse a Lubango in Angola. Non essendoci collegamento internet, scriviamo ma posteremo solo domani sperando in una connessione dai padri.
La giornata è iniziata presto. Ci eravamo salutati ieri sera dicendoci che la sveglia sarebbe stata alle 6, ma la tensione della frontiera ci ha svegliato già molto prima e non solo chi di solito è già sveglio alle 5. Caricato i bagagli prima di colazione, abbiamo aspettato che aprisse il ristorante dell’albergo per poter fare colazione. Alle 7 eravamo già per strada e ci attendevano gli ultimi 60 km namibiani prima della frontiera.
Uscire dalla Namibia è stato semplice e veloce come ci aveva annunciato Elisabetta, l’entrare in Angola un po’ macchinoso e non essendo più abituati ai ritmi africani, le tre ore e mezza ci hanno provato nel fisico e soprattutto nella tensione accumulata. Comunque siamo entrati alle 8 e siamo ripartiti alle 11,30 dopo aver mandato in tilt i computer dell’ufficio immigrazione, fatto le foto alle moto e alla macchina, percorso circa mezzo chilometro per andarle a fare sviluppare e fare delle fotocopie del visto per l’Angola timbrato e delle nostre patenti, ritornato per pagare la dogana e finalmente ripartire. Abbiamo sudato sette camicie proprio nel vero senso del termine visti il caldo che faceva e le tute da moto che avevamo addosso. Alla fine aiutati da uno stuolo di giovani (a cui poi abbiamo lasciato una mancia che gli avrà fatto fare festa questa sera) siamo riusciti a partire. La strada si è rivelata subito molto bella e per niente trafficata, quindi siamo riusciti a fare parecchi chilometri in poco tempo.
La strada si inoltrava in un primo pezzo lungo la pianura condivisa con la Namibia e poi è cominciato a salire fino ad arrivare alle 1800 metri di Lubango. Il panorama e le abitazioni della gente ci ha ricordato molto il nord del Cameroun. Tanta povertà anche se si vede il lavoro che si è fatto dopo la fine della guerra che è terminata solo nel 2002. Si investe ancora e soprattutto alla periferia di Lubango si vedono costruzioni nuove e non solo di abitazione ma anche di aziende.
Arrivato all’episcopio di Lubango siamo stati accolti molto bene dai sacerdoti lì presenti e in modo particolare dal vicario generale della diocesi che avendo studiato a Palermo parlava molto bene italiano. Quando gli abbiamo detto che eravamo piemontesi, subito ha affermato: “Allora siete juventini!”. È proprio vero che il calcio per noi italiani è un passe-par-tout che apre non solo porte ma anche cuori.
Con lui abbiamo parlato della situazione dell’Angola di oggi e degli segni della guerra che fino al 2002 ha distrutto questo bel paese. I segni sono ancora evidenti e ai bordi della strada si sono visti alcuni autoblindo arrugginiti e la carcassa di un carro armato. Padre Maurizio ci ha detto che dalla fine della guerra si è lavorato molto anche se si sarebbe ancora potuto lavorare di più e meglio anche se non è male ciò che abbiamo visto. Una strada bella come quella che abbiamo percorso non tanti paesi africani ne posseggono.
Comunque l’impressione dopo la frontiera, è di un popolo molto accogliente e anche la polizia incontrata per strada si sofferma soprattutto per chiedere e stupirsi del nostro essere italiani con i propri mezzi in Angola.
Adesso siamo in un convento di Clarisse. L’accoglienza è stata ottima, come sempre dalle suore. Una cena preparata con molto affetto che tante piccole delicatezze e finezze proprie delle donne.
Domani mattina celebreremo messa alle 6,30 con loro e con un cappuccino italiano che lavora qui. Siamo proprio ovunque noi italiani. Dopo colazione partiremo per Sumbe. Abbiamo deciso di saltare una tappa (quella di Huambo) perché la strada che volevamo percorrere non è praticabile e quella consigliata passa vicino a Sumbe quindi vorrebbe dire fare due volte la stessa strada.
Vi racconteremo domani. Per adesso ci gustiamo il silenzio e l’accoglienza delle clarisse, domani si vedrà.
Buona notte a tutti.

Arcivescovado di Lubango

Quasi quasi proseguiamo col Fiorino...

In partenza da Ottangwa verso la frontiera

la strada è sempre mercato

Chi vuole andare a scuola cammina...

Tutti cercano un po' d'ombra anche gli asini

Sempre attenti alla velocità

la strada è di tutti

baobab

mosche impertinenti

coi bambini è facile il contatto anche se chiedono sempre qualcosa

cattedrale di Lubango

2 commenti:

  1. Ciao a tutti!!!!
    Vedo che il viaggio continua senza problemi e con panorami di un' Africa sempre piena di controversie, ma anche vedute mozzafiato di albe rosate e animali che sembrano proprio contenti di stare in quel paese.
    Vi salutiamo con un arrivederci su questo post. Alfio---Ines

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  2. Un giorno senza leggere vostre notizie diventa lungo!!!! È' ormai diventato un appuntamento fisso ogni sera prima di dormire leggere i vostri racconti e descrizione di luoghi e persone accoglienti. Qui in Italia e in Europa mi sembra invece che stiamo perdendo il senso della parola accoglienza.....
    Per Luca stasera abbiamo fatto equipe e ti vi abbiamo pensato.
    Un abbraccio

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