martedì 18 settembre 2018

Martedì 18

Passeggiando sulla spiaggia dell'oceano indiano

Pescatori locali

Bobab

Nella speranza di poter partire

Bob Marley... autista che fa la notte verso l'ospedale di Ikonda. Personaggio splendido e prezioso

Nunziatura vaticana...

Infinito!


Carissimi tutti

E fu mattina e fu sera terzo giorno...
Anche oggi le notizie sono state sempre un po' le stesse. Abbiamo sentito Hassan (colui che ci dovrebbe sdoganare il container) ieri sera, stamattina, nel primo pomeriggio e la risposta è sempre stata la stessa: Si sta procedendo allo scarico e a tutte le altre incombenze per lo sdoganamento. Chissà se queste parole sono per farci stare buoni in questa attesa che è sempre troppo lunga, oppure è la verità. Solo il buon Dio può sapere come stanno veramente le cose.
Oggi era il compleanno di Padre Pesha, responsabile della casa provinciale dei padri della Consolata qui a Dar e a pranzo c'è stato un po' di festa a cui hanno partecipato gran parte dei padri che operano nelle varie parrocchie di Dar gestite dalla Consolata. È stato un bel momento di convivialità e di familiarità con tutti loro. La presenza straniera tra di loro è sempre più piccola, ma questo non cambia lo spirito e la passione con cui si pensa e si lavora per il paese. Forse però il rischio è che la missionarietà come valore proprio del carisma della Consolata venga meno e il desiderio di partire per altri paesi lo stesso.
Dopo pranzo siamo andati a fare due passi fino all'oceano che dista poche centinaia di metri dalla casa dove abitiamo. Molto bello il colpo d'occhio e il pensare che quello era l'oceano indiano e di fronte a noi pur non vedendola ci doveva essere il Madagascar e poi l'India; tutto questo dava un po' le vertigini.
Dalla spaggia si vedevano le navi ormeggiate che aspettavano di poter entrare in porto. La domanda che tutti ci siamo fatti guardandole è stata: quale sarà la nostra? Sarà una di queste o sarà effettivamente già in porto come ci hanno detto? La domanda è rimasta senza vera risposta. Ritornando ci colpiva il fatto che quello fosse un luogo di jogging e non solo per gli europei residenti. Infatti, parecchi africani correvano sulla spiaggia e sulla strada che la costeggiava. Vero che siamo in un quartiere residenziale sede di parecchie ambasciate (anche della nuziatura vaticana), ma questo è segno di una società che sta cambiando profondamente anche qui in Africa. Non è da molto che si può vedere in città africane persone a fare jogging come da noi. L'occidentalizzazione dell'Africa è anche questo.
Ancora ora, dopo cena abbiamo telefonato ad Hassan che ci ha ripetuto che si stava scaricando ma che il container non era ancora disponibile. Abbiamo deciso che domani mattina dopo aver telefonato andiamo al porto a cercarlo in modo da potergli parlare a quattr'occhi e Roberto dice che se è il caso il container lo possiamo scaricare noi.
In casa questa sera c'è anche un gruppo di giovani universitari italiani che fanno un gemellaggio con l'università di Iringa ma fanno un po' vita a parte.
Arrivederci a domani

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