lunedì 24 settembre 2018

Lunedì 24

un bimbo nella scuola materna delle suore

P. José ci racconta della vita nella parrocchia

Prove di canto per gruppi separati... bellissimo sentirli

Il saluto alle suore dopo la cena

Roberto si fermerà a intrattenere i bimbi...

Preparazione dei saluti agli ospiti

Mercato del riso

Ormai amici dei bambini ci facciamo fotografare

La soddisfazione di entrambi

Vecchi giochi sempre apprezzati

Trasporto banane

Il nostro RAV4 dalle suore

Ascoltando suor Virgiliana

Cimitero dei padri e delle suore... un bagno di storia della chiesa

La prima chiesa costruita dai padri della consolata a Tosamaganga


Carissimi tutti

Siamo attorno ad un tavolino nella casa delle suore dopo una bellissima giornata. 
Stamattina dopo aver fatto colazione siamo partiti con suor Virgiliana per andare a visitare la prima missione costruita dai Benedettini tedeschi nel 1896 a Tosamaganga sulle colline poco lontane dove c'era il piccolo villaggio di Iringa. Perdendo la prima Guerra Mondiale i tedeschi persero tutte le loro colonie e quindi anche la Tanzania che passò sotto il protettorato inglese. Per questo nel 1917 i benedettini furono cacciati e per 2 anni non ci furono sacerdoti per queste missioni. Solo nel 1919 i Padri della consolata furono chiamati dall'allora amministratore apostolico che era uno svizzero per venire ad occuparsi delle comunità cristiane di queste zone. I padri della consolata erano già presenti in Kenia e quindi inviarono per iniziare quattro padri (Gaudenzio Panelatti, Domenico Vignoli, Giacomo Cavallo e Giovanni Ciravegna) proprio a Tosamaganga. Di lì iniziò tutta la presenza dei Padri e delle suore della Consolata in Tanzania.
Arrivare in quella missione sembra di entrare nelle "Riduziones" dei gesuiti in Paraguay diventate famose per il film di qualche anno fa "Mission". In cima ad una collina è stata costruita una vera e propria cittadina con evidenti le priorità della missione: una scuola, un dispensario, una chiesa. L'organizzazione è impressionante e il pensare le persone che qui hanno dato la vita per costruire tutto questo fa entrare in quella storia raccontata dalle tante tombe che abbiamo visitato ai piedi della collina arrivando. Quanti padri, fratelli e suore qui hanno dato i migliori anni della loro vita nel silenzio. Entrare nella chiesa che si trova la centro, sembra di entrare in un altro mondo. L'architettura ricorda in tutto le nostre chiese e in più essendo state costruite prima della riforma liturgica si vedono anche gli adattamenti che sono state loro apportate proprio per consentire la celebrazione della messa guardando i fedeli. Tutto in questo posto trasuda storia, storia della presenza della Chiesa che si innesta e si inscrive anche nella storia di questo stato dal periodo della colonizzazione tedesca, poi inglese e poi con l'indipendenza e la successiva statalizzazione delle scuole. Bella visita arricchita dalle riflessioni condivise con suor Virgiliana sul cambiamento del modo di pensare e di vivere la missione  da quegli inizi ad adesso e guardando il futuro e quale futuro. Molto bello e profondo condividere tutto questo con molta semplicità anche riflettendo sulla nostra chiesa italiana che i missionari ritrovano tutte le volte che tornano a casa e che alle volte trovano sempre più lontana dalle preoccupazioni missionarie. 
Tornando prima di pranzo siamo ancora andati a salutare i bambini dell'asilo tenuto dalle suore.
Nel pomeriggio siamo andati al mercato con suor Joselice poi alla parrocchia dove per tanti anni nostra zia aveva lavorato occupandosi del dispensario. Bell'incontro con padre José colombiano della consolata che ci ha fatto vedere tutta la missione e le sue attività. Anche qui ci siamo accorti che il mondo è veramente piccolo. Il suo vescovo della Colombia è stato mons. Cuniberti di Carassone di Mondovì, conosciuto molto bene da Dino. 
Prima di tornare a casa siamo ancora passati fino all'Artigianato per vedere se c'era qualcosa che ci poteva interessare. Siamo anche passati a visitare una bellissima realtà gestita dalla chiesa anglicana dove si fanno lavorare persone portatori di handicap e poi si vendono i loro lavori. Realtà bellissima molto creativa e con lavori molto belli. Abbiamo subito pensato a Simona Garzino e al suo negozio-laboratorio. Si sarebbe divertita a vedere tutte le cose belle che si fabbricano. Abbiamo pensato anche a Gabriella Arese e a tutti i suoi lavori di cucito.
Ritornati abbiamo celebrato messa e poi cenato salutando le suore dato che domani partiremo alle 6,30 per raggiungere Dar. 
Domani dovrebbe essere il giorno della verità. Speriamo che sia una buona verità.
Arriverci a domani. 

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