Carissimi tutti
oggi giorno da turisti, ma prima il dovere.
Al mattino dopo la messa e la colazione con le suore, siamo partiti con un pulmino per andare all'agenzia che dovrebbe curare le pratiche per far rientrare le nostre moto. Il contatto ce lo ha procurato GianLuca che di questo viaggio ha solo vissuto il lavoro legato agli imbarchi e sbarchi dei mezzi. Veramente si è preso solo il pesante del viaggio.
Come sempre negli uffici africani, abbiamo dovuto aspettare il capo ufficio che, visto che era sabato, era in ritardo. L'ufficio ci ha fatto buona impressione. Visto che fuori faceva molto caldo, l'ufficio, con l'aria condizionata, ci è sembrata una cella frigorifera.
L'incontro è stato molto cordiale e in fondo ci ha detto ciò che GianLuca ci aveva già accennato via email e via telefono. Comunque esser passati per quel ufficio ci ha tranquillizzato e ha fatto sì che la giornata fosse più serena.
La visita programmata era per la spiaggia di Bagamojo dove si riunivano gli schiavi per poi essere trasportarti a Zanzibar dove c'era uno dei mercati più grandi di schiavi dell'est Africa. il significato del nome del paese è "sotterra il cuore". Era ciò che dicevano agli schiavi che di lì partivano per sempre. Su questa spiaggia è anche dove sono arrivati per la prima volta i missionari dello Spirito Santo che hanno iniziato l'evangelizzazione dell'Africa dell'Est. La prima attività dei missionari che nel 1868 arrivavano su queste spiagge era quella di occuparsi degli schiavi. I mercati verso cui andavano la maggiorparte degli schiavi erano la Penisola Araba e l'India. Proprio per questo in questi ultimi anni, di fronte ad una chiesa locale che ricercando le proprie radici, sta valorizzando questo luogo proponendolo come luogo di pellegrinaggi, il mondo musulmano cerca di nascondere se non di distruggere questo luogo perchè ricorda che la piaga della schiavitù, in questi luoghi parlava soprattutto arabo.
Ci ha fatto effetto, prima passeggiare su quelle spiagge e poi visitare la prima missione dei padri dello Spirito Santo e delle suore che oggi è adibito a museo. Quante persone da questi luoghi sono partite senza sapere nemmeno dove sarebbero andati a finire, e quanti missionari qui sono sbarcati per iniziare l'opera evangelizzatrice. Quante vite spezzate ancora nel pieno delle forze dalla febbre gialla e dalle malattie tropicali dopo solo pochi anni, alle volte soli pochi mesi, per annunciare l'amore di un Dio che si china soprattutto su chi fatica ed è disprezzato. Anche qui la storia parla di croce come tortura che un uomo impone ad un altro uomo, e di croce che diventa segno di un amore disinteressato che offre il meglio di sè perchè qualcuno possa sperimentare un significato diverso alla propria vita e al rapporto con gli altri.
Ritornando, l'autista ci ha fatto fare il giro della Dar es Salam "bene". Le ville che si affacciano sull'oceano e nel centro della città. Un altro volto di Africa rispetto al quartiere dove abitano le suore e dove alloggiamo.
Domani andremo a messa al centro di spiritualità dei francescani qui vicino e speriamo di sentire dei bei canti. Penseremo alla nostra cantoria e cercheremo dei cd di canti da portar loro.
Cercheremo anche di andare a comprare qualche ricordino che possa attestare la verità del nostro viaggio.
Speriamo di passare una buona domenica non proprio come le ultime. Una settimana fa avevamo appena finito le pratiche legate al furto del passaporto di Luca e dovevamo affrontare i 250 km più impegnativi del viaggio. Domeniche diverse, speriamo anche nella bellezza.
Per adesso un forte abbraccio a tutti e a presto
oggi giorno da turisti, ma prima il dovere.
Al mattino dopo la messa e la colazione con le suore, siamo partiti con un pulmino per andare all'agenzia che dovrebbe curare le pratiche per far rientrare le nostre moto. Il contatto ce lo ha procurato GianLuca che di questo viaggio ha solo vissuto il lavoro legato agli imbarchi e sbarchi dei mezzi. Veramente si è preso solo il pesante del viaggio.
Come sempre negli uffici africani, abbiamo dovuto aspettare il capo ufficio che, visto che era sabato, era in ritardo. L'ufficio ci ha fatto buona impressione. Visto che fuori faceva molto caldo, l'ufficio, con l'aria condizionata, ci è sembrata una cella frigorifera.
L'incontro è stato molto cordiale e in fondo ci ha detto ciò che GianLuca ci aveva già accennato via email e via telefono. Comunque esser passati per quel ufficio ci ha tranquillizzato e ha fatto sì che la giornata fosse più serena.
La visita programmata era per la spiaggia di Bagamojo dove si riunivano gli schiavi per poi essere trasportarti a Zanzibar dove c'era uno dei mercati più grandi di schiavi dell'est Africa. il significato del nome del paese è "sotterra il cuore". Era ciò che dicevano agli schiavi che di lì partivano per sempre. Su questa spiaggia è anche dove sono arrivati per la prima volta i missionari dello Spirito Santo che hanno iniziato l'evangelizzazione dell'Africa dell'Est. La prima attività dei missionari che nel 1868 arrivavano su queste spiagge era quella di occuparsi degli schiavi. I mercati verso cui andavano la maggiorparte degli schiavi erano la Penisola Araba e l'India. Proprio per questo in questi ultimi anni, di fronte ad una chiesa locale che ricercando le proprie radici, sta valorizzando questo luogo proponendolo come luogo di pellegrinaggi, il mondo musulmano cerca di nascondere se non di distruggere questo luogo perchè ricorda che la piaga della schiavitù, in questi luoghi parlava soprattutto arabo.
Ci ha fatto effetto, prima passeggiare su quelle spiagge e poi visitare la prima missione dei padri dello Spirito Santo e delle suore che oggi è adibito a museo. Quante persone da questi luoghi sono partite senza sapere nemmeno dove sarebbero andati a finire, e quanti missionari qui sono sbarcati per iniziare l'opera evangelizzatrice. Quante vite spezzate ancora nel pieno delle forze dalla febbre gialla e dalle malattie tropicali dopo solo pochi anni, alle volte soli pochi mesi, per annunciare l'amore di un Dio che si china soprattutto su chi fatica ed è disprezzato. Anche qui la storia parla di croce come tortura che un uomo impone ad un altro uomo, e di croce che diventa segno di un amore disinteressato che offre il meglio di sè perchè qualcuno possa sperimentare un significato diverso alla propria vita e al rapporto con gli altri.
Ritornando, l'autista ci ha fatto fare il giro della Dar es Salam "bene". Le ville che si affacciano sull'oceano e nel centro della città. Un altro volto di Africa rispetto al quartiere dove abitano le suore e dove alloggiamo.
Domani andremo a messa al centro di spiritualità dei francescani qui vicino e speriamo di sentire dei bei canti. Penseremo alla nostra cantoria e cercheremo dei cd di canti da portar loro.
Cercheremo anche di andare a comprare qualche ricordino che possa attestare la verità del nostro viaggio.
Speriamo di passare una buona domenica non proprio come le ultime. Una settimana fa avevamo appena finito le pratiche legate al furto del passaporto di Luca e dovevamo affrontare i 250 km più impegnativi del viaggio. Domeniche diverse, speriamo anche nella bellezza.
Per adesso un forte abbraccio a tutti e a presto
passeggiando sul risacca della marea dell'oceano indiano |
L'asilo delle suore di Dar es Salam |
I ceppi usati per gli schiavi |
Se il vescovo non lo prende più, Luca ha quasi trovato lavoro nell'import-export |
Il monumento che ricorda lo sbarco dei primi missionari |
Neanche questa volta non si riesce a fare il bagno |
Il gruppo "viaggiare per incontrare" quasi al completo. Manca solo GianLuca |
La prima chiesa costruita dai missionari |
Ines da buona massaia mercanteggia la frutta per il gruppo |
L'oceano |
carissimi tutti,leggere le vostre avventure è stato e continua ad essere più interessante e coinvolgente che un romanzo di Stephen King. Ci avete fatto soffrire per le disavventure vostro malgrado patite e ci avete aperto il vostro cuore con le belle manifestazioni d' amore che avete dato e ricevuto.Vi auguro di portare a termine la vostra missione con forza e consapevolezza di aver fatto una cosa buona zio giovanni e zia annarita
RispondiEliminapensate a un ricordino anche per noi che vi sostituiamo al "perchè no?" domani pomeriggio...:)
RispondiEliminaun abbracccio
francesca
Allora, dopo tutto sarà un rientro carico di emozioni, lasciandosi dietro storie, persone, difficoltà e boccate di libertà! ma noi siam qui ad aspettarVi, d'altronde qui i giorni son stati tranquilli (Meteorite sugli Urali, il Papa che và in pensione, Grillo a Cuneo)... a presto!
RispondiEliminaVi ho "letto" con piacere in attesa di partire per il Cairo in treno, sperando di arrivare domattina con quei ritardi per un buon esercizio di pazienza. Ma anche con il vostro viaggio ne avete fatta esperienza!!!!!
RispondiEliminaPare che Luca abbia avuto un colpo di fulmine, (come quello in Russia) vocazionale.....chissà che non rompa vetri della volontà del suo Vescovo....
P. Benito-Giuseppe ASN
Che grande gioia .... più è faticosa la salita più è bello l'arrivo alla meta! LeggendoVi abbiamo condiviso la fatica e ora la gioia nel saperVi arrivati è esplosa in un grande urlo: C'è l'hanno fatta!
RispondiEliminaUn abbraccio a tutti.
Marco e Daniela.
il vostro blog è interessante, meglio di un documentario televisivo ricco di notizie, forse dovreste proporlo a licia colo'. buon rientro luisa e renato .p.s. zio dino t'aspetto con le foto
RispondiEliminaoh bene bene, la cantoria in vostra assenza ha tenuto le ugole allenate...ora non ci resta che aspettare nuovi spunti. Per ora ci prepariamo per domenica prossima,poi si vedrà!!!!
RispondiEliminaVi aspettiamo!!!!! Elisa
Buon rientro! un pochino più veloce che l'andata! in Italia vi aspettano tante persone e fatti nuovi !!!, . , corsi e ricorsi storici. . . Ora avrete tanto da raccontare!! ciao a voi tutti da rosanna e bruno
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