Carissimi tutti
Oggi (ieri per voi) abbiamo passato una
domenica alternativa. Siamo stati da mezzo giorno alle 16 davanti alla porta 22
del porto di Alessandria, sperando che la persona che sta sbrigando tutte le
nostre pratiche ci chiamasse per andare a ritirare i mezzi. Ci abbiamo sperato
fino all’ultimo, cioè fino a che alle 16 le porte si sono chiuse e abbiamo
avuto la conferma che il funzionario che doveva porre l’ultima firma ai nostri
documenti, era appena andato a casa e che quindi tutto si rimandava a lunedì.
Sembra veramente una storia infinita che però, ci hanno assicurato, domani
dovrebbe finire. Le suore ci aspettavano per fare la foto alle nostre moto e
per far festa e, invece, sono rimaste deluse un po’ come tutti noi.
Veramente tutte le volte che ci si affaccia
alla realtà del porto, ci si rende conto di quanto sia vero il detto “porto di
mare”. In quelle 4 ore passate davanti a quella porta abbiamo visto di tutto,
sia a livello di merci, sia a livello di persone. È un mondo che sembra vivere
parallelamente a quello normale. E ognuno ha un posto e cerca di strappare la
propria vita. Veramente nel mondo c’è posto per tutti; è sufficiente fare un
po’ di spazio e veramente tutti possono trovare il loro posto e arrangiarsi.
Abbiamo visto funzionari in giacca e cravatta insieme agli uomini del carico e
scarico merci. Camion nuovi insieme a quelli che tenevano insieme con il fil di
ferro. Gente che ha continuato tutto il tempo a portare il the e caffè ai
doganieri, gente che chiedeva l’elemosina e chi aspettava davanti alla porta
l’uscita dei camion per chieder loro qualche spicciolo attaccandosi anche agli
specchietti retrovisori. C’era veramente posto per tutti e tutti che
procedevano per la propria strada. Ci sarebbe la possibilità di fare dei begli
studi sociologici sui rapporti tra le persone che ruotano attorno al porto.
Senza pensare a tutti coloro che stanno dietro alle merci che vengono
trasportate e che parlano lingue diversissime e disparate. Quante storie che un
po’ come un grande puzzle si compone e si ricompone in sempre più svariate modi
e forme. Questo è anche l’universo e di fronte ad esso ci si sente piccoli e la
propria singola storia per importante che possa sembrare ai nostri occhi,
diventa piccola piccola, quasi insignificante.
Meno male che di fronte a questo mondo in cui
si rischierebbe di perdersi siamo supportati dal mondo delle suore che ormai
condividono con noi la nostra sorte e che sono diventate la nostra famiglia.
Sta sera pensando già alla partenza, ci hanno fatto sentire la loro preoccupazione
nei confronti della strada che vorremmo percorrere per arrivare a Assuan. Le
suore, ce ne siamo già accorti l’altro viaggio, hanno una percezione delle cose
alle volte un po’ differente da noi. Ci vorrebbero già ad Assuan e forse già a
casa al termine del viaggio. Crediamo che staranno con il fiato sospeso e la
corona del rosario in mano per tutto il nostro viaggio.
Domani (oggi per voi) andremo, speriamo per
l’ultima volta, al porto per ritirare le moto, poi ci sederemo per programmare
il tragitto migliore per arrivare ad Assuan.
Per adesso un grosso abbraccio a tutti e
grazie del vostro sostegno che sentiamo molto forte
A presto
Una domenica alternativa |
Partendo ci credevamo ancora |
Almeno una buona cena ci tira su il morale |
Qui con le vespe ci portano il mangiare del MD |
Chissa se riusciamo a vedere le nostre moto... |
Penso che molti, da casa, faranno come le suore egiziane...fiato sospeso, corona del rosario in mano e tanta voglia di sapervi al sicuro....perchè un po' ci preoccupa il "tempo che avete perso" e soprattutto temiamo he, per recuperarlo, facciate tragitti alternativi,non studiati e meditati. In ogni caso ricordate che il 24 febbraio a Sampeyre ci sarà il Vescovo...per quella data sarebbe carino (forse indispensabile)avervi a casa!!!! Un salutone innevato. Elisa
RispondiEliminama certo che se la prendono proprio comoda! cosa gli costava mettere ancora un visto, a quel funzionario...comque ormai manca poco dunque buon viaggio!! silvana giacomo e fam.
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