Carissimi tutti
oggi, dopo una mattinata da panico, siamo sicuri che domani partiamo. Ma andiamo per ordine.
Ieri non abbiamo scritto perchè non sapevamo troppo cosa dirvi. Era stata un'altra giornata all'insegna dell'attesa e delle tante parole dette per niente o forse per aumentare la tensione. Tutto era rimandato a oggi. Giorno della verità.
Sta mattina, dopo un momento di preghiera e la colazione, siamo andati prima alla polizia per avere un attestato in cui si certificava che non avevamo preso nessuna multa percorrendo le strade egiziane. Dovevate vedere l'ufficio. Ci si affacciava a due piccole finestre sul retro di un palazzo, per consegnare le fotocopie dei libretti (egiziani) dei nostri mezzi, per poi ritornare a mezzogiorno per ritirare l'attestato.
Ritornando alla missione abbiamo telefonato a padre Pierino che con Dino era andato al consolato sudanese per cominciare a portare i moduli per i visti. La telefonata ci ha gelato. I visti non si potevano fare se non dopo 3 giorni, poi il fax non funzionava e quindi non avrebbero potuto spedire le richieste a Il Cairo all'Ambasciata Sudanese. Grazie al perfetto arabo di padre Pierino, alla sua conoscenza dei sudanesi (vi è stato per parecchio tempo), e alla sua capacità di persuasione, siamo riusciti a farci dare un appuntamento per le 14 per un interrogatorio. Non vi dico come tutto questo ha freddato ogni nostro entusiasmo. Abbiamo cominciato a pensare a come fare per tornare a casa. Il problema era che le notizie dal nord dell'Egitto non sono molto buone. Le suore che ci hanno accolto ad Alessandria ci hanno detto che c'è ancora parecchia tensione. Il rientro sarebbe stato alquanto difficile.
Alle 14 siamo andati al consolato e dopo un po' di anticamera, abbiamo dovuto rispondere alle classiche domande: siete mai stati in Sudan?, Non siete mai stati in Israele? cosa andate a fare in Sudan?. Di nuovo grazie a padre Pierino la situazione si è sbloccata e abbiamo avuto i visti per il Sudan spendendo anche molto meno del previsto (in Italia ci vogliono 100 dollari, noi ne abbiamo spesi 50).
Dopo questo tutto è stato molto più semplice. L'ottimismo è tornato nei nostri cuori e anche il sorriso sui nostri volti. Il posto sulla chiatta, che l'altro giorno non c'era per la macchina, si è trovato e anche i posti per noi sul traghetto.
Visto questo non si è potuto che andare a comprare della birra in un piccolo chiostro sul lungo Nilo per poter festeggiare a cena. Ci ha colpito che la birra non fosse esposta all'esterno, ma che, dopo la richiesta, la si tirasse fuori da sotto il banco.
Comunque abbiamo brindato sta sera a cena con tutti i padri che ci hanno accolto e ci hanno aiutato a sbrigare di nuovo questa matassa burocratica che sembrava indistricabile. Anche qui, meno male che c'erano loro.
Adesso stiamo aspettando la partenza di domani. Al mattino andremo al porto per far salire i mezzi sulla chiatta e nel pomeriggio (verso le 17) partiremo per Wadi Halfa. Ci aspettano 18 ore di battello sul lago Nasser per arrivare in Sudan.
Claudio, grazie a padre Giuseppe, ha sentito Kartoun che ha assicurato che la strada è buona e sicura. Ci hanno addirittura assicurato che se volessimo fermarci a dormire nel deserto lungo la strada non si sarebbe nessun problema.
Ci sembra strano: nel programmare il viaggio ci sembrava che il Sudan fosse il paese più pericoloso: ora dopo ciò che è successo in Egitto, ci sentiamo più sicuri ad arrivare in Sudan che rimanere qui.
Non sappiamo se nei prossimi giorni riusciremo a scrivere sul blog. Se sarà possibile lo faremo altrimenti pensateci sulle rive del Nilo in cammino verso Kartoun.
Vi ricordiamo tutti e vi ringraziamo di tutto il sostegno. Ci sentiamo proprio accompagnati e sostenuti.
Un abbraccio a tutti
oggi, dopo una mattinata da panico, siamo sicuri che domani partiamo. Ma andiamo per ordine.
Ieri non abbiamo scritto perchè non sapevamo troppo cosa dirvi. Era stata un'altra giornata all'insegna dell'attesa e delle tante parole dette per niente o forse per aumentare la tensione. Tutto era rimandato a oggi. Giorno della verità.
Sta mattina, dopo un momento di preghiera e la colazione, siamo andati prima alla polizia per avere un attestato in cui si certificava che non avevamo preso nessuna multa percorrendo le strade egiziane. Dovevate vedere l'ufficio. Ci si affacciava a due piccole finestre sul retro di un palazzo, per consegnare le fotocopie dei libretti (egiziani) dei nostri mezzi, per poi ritornare a mezzogiorno per ritirare l'attestato.
Ritornando alla missione abbiamo telefonato a padre Pierino che con Dino era andato al consolato sudanese per cominciare a portare i moduli per i visti. La telefonata ci ha gelato. I visti non si potevano fare se non dopo 3 giorni, poi il fax non funzionava e quindi non avrebbero potuto spedire le richieste a Il Cairo all'Ambasciata Sudanese. Grazie al perfetto arabo di padre Pierino, alla sua conoscenza dei sudanesi (vi è stato per parecchio tempo), e alla sua capacità di persuasione, siamo riusciti a farci dare un appuntamento per le 14 per un interrogatorio. Non vi dico come tutto questo ha freddato ogni nostro entusiasmo. Abbiamo cominciato a pensare a come fare per tornare a casa. Il problema era che le notizie dal nord dell'Egitto non sono molto buone. Le suore che ci hanno accolto ad Alessandria ci hanno detto che c'è ancora parecchia tensione. Il rientro sarebbe stato alquanto difficile.
Alle 14 siamo andati al consolato e dopo un po' di anticamera, abbiamo dovuto rispondere alle classiche domande: siete mai stati in Sudan?, Non siete mai stati in Israele? cosa andate a fare in Sudan?. Di nuovo grazie a padre Pierino la situazione si è sbloccata e abbiamo avuto i visti per il Sudan spendendo anche molto meno del previsto (in Italia ci vogliono 100 dollari, noi ne abbiamo spesi 50).
Dopo questo tutto è stato molto più semplice. L'ottimismo è tornato nei nostri cuori e anche il sorriso sui nostri volti. Il posto sulla chiatta, che l'altro giorno non c'era per la macchina, si è trovato e anche i posti per noi sul traghetto.
Visto questo non si è potuto che andare a comprare della birra in un piccolo chiostro sul lungo Nilo per poter festeggiare a cena. Ci ha colpito che la birra non fosse esposta all'esterno, ma che, dopo la richiesta, la si tirasse fuori da sotto il banco.
Comunque abbiamo brindato sta sera a cena con tutti i padri che ci hanno accolto e ci hanno aiutato a sbrigare di nuovo questa matassa burocratica che sembrava indistricabile. Anche qui, meno male che c'erano loro.
Adesso stiamo aspettando la partenza di domani. Al mattino andremo al porto per far salire i mezzi sulla chiatta e nel pomeriggio (verso le 17) partiremo per Wadi Halfa. Ci aspettano 18 ore di battello sul lago Nasser per arrivare in Sudan.
Claudio, grazie a padre Giuseppe, ha sentito Kartoun che ha assicurato che la strada è buona e sicura. Ci hanno addirittura assicurato che se volessimo fermarci a dormire nel deserto lungo la strada non si sarebbe nessun problema.
Ci sembra strano: nel programmare il viaggio ci sembrava che il Sudan fosse il paese più pericoloso: ora dopo ciò che è successo in Egitto, ci sentiamo più sicuri ad arrivare in Sudan che rimanere qui.
Non sappiamo se nei prossimi giorni riusciremo a scrivere sul blog. Se sarà possibile lo faremo altrimenti pensateci sulle rive del Nilo in cammino verso Kartoun.
Vi ricordiamo tutti e vi ringraziamo di tutto il sostegno. Ci sentiamo proprio accompagnati e sostenuti.
Un abbraccio a tutti
Ecco come si dovrebbero usare le moto. Ma i caschi dove sono? |
Chiusi dentro in attesa del secondino |
Birra speciale per un momento speciale |
Ora possiamo sorridere! |
State facendo un grande allenamento. Al ritorno tutte le scartoffie italiane vi sembreranno bazzecole.
RispondiEliminaSpero che ora tutto fili liscio. Grazie dei vostri racconti e del vostro lavoro.
Un abbraccio
Maria Teresa e Federico
Mi sento così rilassato, oggi. Così in pace con me stesso. Soddisfatto e senza pensieri. Cos'ho che non va?
RispondiEliminaWoody Allen
un sorriso per il viaggio.
Armsando
Ci state facendo venire l'ansia...seguire le vostre peripezie è faticoso addirittura da casa, figuriamoci per voi...sarà il viaggio della pazienza e dell'esperienza.
RispondiEliminaFateci sapere appena potete.
P.S. per Claudio: ieri l'incontro con le famiglie tutto ok, un po' pochini..ma come si dice: pochi ma buoni!!!
Elisa
ciao don! sono gloria anche se non posso seguirvi perchè c'è scuola ascolto curiosa i racconti di mamma. mi sono un pò preoccupata quando ho sentito dell' Egitto ma quando ho saputo che stavate bene... vi pensiamo molto anche i nonni vi seguono e anche se nonno dal letto perchè è caduto sugli sci
RispondiEliminaun viaggio articolato direi! ma sicuramente emozionante dove, un pò obbligati,potete conoscere e vivere nuove realtà di quei luoghi cosi lontani da noi. Sperando che d'ora in poi fili tutto + liscio vi auguriamo una buona continuazione... saluti da Silvana,Gia
RispondiEliminacomo e fam.
Sono al computer con Arturo in braccio che sta schiacciando i tasti! Voleva salutare il suo nonno! Fate attenzione, grazie dei resoconti e buon proseguimento.
RispondiEliminaChiara e Arturo
Ciao,sono Bruna da Casteldelfino,finalmente sembra che tutto vada per il meglio!
RispondiEliminabuona navigazione e a presto.
Bruna e Giuseppe
keep calm!
RispondiElimina..ma forse vale più per me che per voi...ogni volta che apro il blog mi viene l'ansia!
buona navigazione a tutti i motociclisti-marinai! a presto
fra
certo è come fare un documento a mondovi'.............e ci lamentiamo se dobbiamo aspettare un'ora per una carta d'identita' buon proseguimento e state attenti ciao zio luisa e renato
RispondiEliminap.s. zio Dino quelli in moto sembravano mamma e papa' quando ci portavano al mare con la vespa cmq sorridono e la dice lunga, ciao a presto luisa
RispondiEliminaSalve ragazzi, state attenti sulla sabbia che si cade!. Vi pensiamo sempre e parliamo spesso di voi. Curate bene Alfio e la sua fantastica gs, quella vera non come le vostre!!!
RispondiEliminaA presto
Silvio don di Piacenza
ciao non si può dire che il vostro viaggio sia una passeggiata, vi siamo vicini con affetto i vostri cugini mery alessandro
RispondiEliminavi immaginiamo sereni in sella alle vostre moto !!
RispondiEliminavi seguiamo con affetto e partecipazione
laura e marco
dai, che sicuramente la burocrazia italiana ora non vi sembrerà più la peggiore del mondo!!!
RispondiEliminaVi pensiamo spesso, con un pochino di ansia.
Il prossimo anno, una mèta in Europa? :-)))
Ciao!
Ciao a tutti!!
RispondiEliminaci provo dinuovo ad inviarvi due righe.
Spero che a quest'ora siate nuovamente in sella e su strada,
perche' e' ancora lunga eehhh!!
Ci vediamo prestooooo!! Ines
ciao siamo zio Mario,zia Ernestina e Monica vi seguiamo nelle vostre "peripezie".Anche zia Laura segue il vostro viaggio grazie ai nostri aggiornamenti e le foto da voi pubblicate...buon proseguimento
RispondiEliminaCi auguriamo che questo sia l'ultimo intoppo e che il vostro viaggio prosegua bene.jeannot è disposto a trasferisi per fare il guardiano alla diga,Vilma lo segue naturalmente ....... .Grazie dei vostri aggiornamenti e delle bellissime foto. Ancora un grande in bocca al lupo....buon proseguimento maria e alberto
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