lunedì 21 gennaio 2013



Carissimi tutti

Oggi (ieri per voi) abbiamo passato una domenica alternativa. Siamo stati da mezzo giorno alle 16 davanti alla porta 22 del porto di Alessandria, sperando che la persona che sta sbrigando tutte le nostre pratiche ci chiamasse per andare a ritirare i mezzi. Ci abbiamo sperato fino all’ultimo, cioè fino a che alle 16 le porte si sono chiuse e abbiamo avuto la conferma che il funzionario che doveva porre l’ultima firma ai nostri documenti, era appena andato a casa e che quindi tutto si rimandava a lunedì. Sembra veramente una storia infinita che però, ci hanno assicurato, domani dovrebbe finire. Le suore ci aspettavano per fare la foto alle nostre moto e per far festa e, invece, sono rimaste deluse un po’ come tutti noi.
Veramente tutte le volte che ci si affaccia alla realtà del porto, ci si rende conto di quanto sia vero il detto “porto di mare”. In quelle 4 ore passate davanti a quella porta abbiamo visto di tutto, sia a livello di merci, sia a livello di persone. È un mondo che sembra vivere parallelamente a quello normale. E ognuno ha un posto e cerca di strappare la propria vita. Veramente nel mondo c’è posto per tutti; è sufficiente fare un po’ di spazio e veramente tutti possono trovare il loro posto e arrangiarsi. Abbiamo visto funzionari in giacca e cravatta insieme agli uomini del carico e scarico merci. Camion nuovi insieme a quelli che tenevano insieme con il fil di ferro. Gente che ha continuato tutto il tempo a portare il the e caffè ai doganieri, gente che chiedeva l’elemosina e chi aspettava davanti alla porta l’uscita dei camion per chieder loro qualche spicciolo attaccandosi anche agli specchietti retrovisori. C’era veramente posto per tutti e tutti che procedevano per la propria strada. Ci sarebbe la possibilità di fare dei begli studi sociologici sui rapporti tra le persone che ruotano attorno al porto. Senza pensare a tutti coloro che stanno dietro alle merci che vengono trasportate e che parlano lingue diversissime e disparate. Quante storie che un po’ come un grande puzzle si compone e si ricompone in sempre più svariate modi e forme. Questo è anche l’universo e di fronte ad esso ci si sente piccoli e la propria singola storia per importante che possa sembrare ai nostri occhi, diventa piccola piccola, quasi insignificante.
Meno male che di fronte a questo mondo in cui si rischierebbe di perdersi siamo supportati dal mondo delle suore che ormai condividono con noi la nostra sorte e che sono diventate la nostra famiglia. Sta sera pensando già alla partenza, ci hanno fatto sentire la loro preoccupazione nei confronti della strada che vorremmo percorrere per arrivare a Assuan. Le suore, ce ne siamo già accorti l’altro viaggio, hanno una percezione delle cose alle volte un po’ differente da noi. Ci vorrebbero già ad Assuan e forse già a casa al termine del viaggio. Crediamo che staranno con il fiato sospeso e la corona del rosario in mano per tutto il nostro viaggio.
Domani (oggi per voi) andremo, speriamo per l’ultima volta, al porto per ritirare le moto, poi ci sederemo per programmare il tragitto migliore per arrivare ad Assuan.
Per adesso un grosso abbraccio a tutti e grazie del vostro sostegno che sentiamo molto forte
A presto 



Una domenica alternativa

Partendo ci credevamo ancora

Almeno una buona cena ci tira su il morale

Qui con le vespe ci portano il mangiare del MD

Chissa se riusciamo a vedere le nostre moto...
 

2 commenti:

  1. Penso che molti, da casa, faranno come le suore egiziane...fiato sospeso, corona del rosario in mano e tanta voglia di sapervi al sicuro....perchè un po' ci preoccupa il "tempo che avete perso" e soprattutto temiamo he, per recuperarlo, facciate tragitti alternativi,non studiati e meditati. In ogni caso ricordate che il 24 febbraio a Sampeyre ci sarà il Vescovo...per quella data sarebbe carino (forse indispensabile)avervi a casa!!!! Un salutone innevato. Elisa

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  2. ma certo che se la prendono proprio comoda! cosa gli costava mettere ancora un visto, a quel funzionario...comque ormai manca poco dunque buon viaggio!! silvana giacomo e fam.

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