lunedì 7 febbraio 2011

sabato e domenica


Domenica 6 febbraio
Ieri è stato giorno faticoso tra i saluti e il caldo dell’inizio del viaggio di ritorno.
I saluti sono sempre uno strappo incomprensibile. Abbiamo iniziato col salutare suor Justine che dovendo partire per Garoua a visitare suor Eliane che studia ancora, ci ha tirato giù dal letto per le ultime foto con lei. Prima ancora di andare a dormire suor Lucia ha tagliato la pezza di stoffa che abbiamo regalato loro in modo che già al mattino erano vestite con la stoffa nuova. Come ben altri in questi giorni hanno voluto fare delle foto con le nostre moto. Avremmo dovuto proporre alla BMW un calendario con i ragazzi africani. Sarebbe stato sicuramente un successo. In più avremmo potuto mettere all’inizio e alla fine le foto delle suore in moto. Questo ha fatto sì che i saluti fossero un po’ meno faticosi.
Dopo Justine abbiamo salutato anche Berte che doveva partire per una giornata di amicizia con i giovani della parrocchia. La mattinata poi è stata dedicata ai bagagli. Abbiamo lasciato tutto ciò avrebbe potuto servire alla missione sia come abiti sia come attrezzi per la riparazione e abbiamo preso libri e abiti di Lucia da portare in Italia. Tutto ciò ha fatto sì che la stretta al cuore dei saluti fosse ritardata. Abbiamo ancora mangiato la gallina che ci aveva regalato il papà di Barthelemy venerdì nella mattinata.
Venuto il momento della partenza non siamo stati capaci a trattenere le lacrime, anzi questo ha liberato la tensione che c’era tra noi. Veramente il cuore è troppo piccolo per poter contenere tutta la gratitudine nei confronti delle suore di Mora e in modo particolare a suor Lucia che è riuscita a far sentire a casa tutti anche chi la conosceva di meno. Nel film “Il pranzo di Babette” alla fine c’è una frase che ben si addice a ciò che abbiamo provato nei confronti della comunità di suore di Mora. “gli angeli in paradiso sapranno ricompensare di tutto ciò che ci hanno donato”.
Il viaggio verso Yagoua è stato il modo per poter affidare tutte le nostre emozioni al buon Dio preparandoci all’incontro con Barthelemy. Il viaggio è stato come passare dentro un forno. La temperatura non è mai scesa sotto i 38 gradi raggiungendo anche i 40. Niente male, vero?
L’accoglienza di Barthelemy è stata ottima con una cena all’africana, ma con ogni ben di Dio. La sua gratitudine è stata emozionante. Non finiva più di ringraziare di fronte all’auto che gli abbiamo portato. Dopo cena abbiamo ricordato i momenti passati insieme come grandi amici e infine, abbiamo scaricato i nostri bagagli per poterli caricare su un’altra auto. Visto che l’auto che abbiamo portato ha ancora la targa italiana, il rischio era che una volta scesi a Douala, avrebbe avuto dei problemi con i controlli risalendo.
Avendo avuto notizie non propriamente buone per quanto riguarda le piste sotto Ngaoundere, abbiamo deciso di partire il mattino presto senza celebrare la messa domenicale con Barthelemy per poter arrivare a Ngaoundere per la notte. 

Sveglia presto, preparazione e attesa di Barthelemy che arriva con Rene giovane che ci accompagnerà come autista e amico di strada. Mangiamo insieme colazione, salutiamo la macchina (dopo così tanti km fa un certo effetto non ripartire con lei) preghiamo in cappella e chiediamo la benedizione per il viaggio. Si parte con 4km di sabbia brutta per raggiungere l’asfalto poi si comincia a viaggiare bene. 280km e siamo a Garoua bella cittadina ben conosciuta da Luca e Claudio, spesso si scendeva qui quando si lavorava con le suore bretoni. Siamo perfettamente in orario e ci fermiamo a Ngong da sr Eliane ormai ottantenne arrivata qui giovanissima. Non sapeva del nostro passaggio e non ci riconosce subito dentro i nostri scafandri da motociclisti. Appena ci riconosce è la festa, quella vera, quella che fa scendere le lacrime: ha accolto a Mora sia Luca sia Claudio. Donna splendida di una profondità sorprendente e di una semplicità disarmante. Donna intelligente ironica, sono famose le sue battute e il suo francese da operaio di fabbrica, quelle espressioni che non scordi e che al solo pensare fanno ridere. Sta bene e ci accoglie con infinita gioia, beviamo, mangiamo frutta e ci accorgiamo di esserci fermati più di un’ora, che meraviglia, ultimo dono dei ricordi d’africa prima di scendere verso luoghi anche a noi sconosciuti. La strada è bella e ci restano 280km gli ultimi dei quali si sale fino a 1300m sul plateau, in poco tempo la temperatura scende da 38 a 28 gradi e si respira, non sembra vero. Qui a Ngaoundere è fresco e bello, siamo in un centro di accoglienza dove ogni anno gli italiani che lavorano in Cameroun, Ciad e Centrafrica si ritrovano per una settimana di studio, incontro e riposo. Viene sempre un teologo italiano. Quanti bei ricordi di ascolto incontro e condivisione. Tante amicizie nate qui, di quelle che scavano il cuore e rendono bella la vita. Pensiamo alle coppie di Milano, ai preti di Treviso a tanti laici conosciuti qui. La missione è anche questo: quando le occasioni sono rare si crea più facilmente se si vuole una profondità speciale oppure quando tutti son lontani da casa si hanno meno barriere e si è tutti più fragili e umili così che ci si incontra più in profondità.
Ora andiamo a nanna, domani è una grande incognita, abbiamo un po’ di paura ma come dice Dino un pezzo per volta. La strada non sembra bella per 270km ma non riusciamo a capire cosa significa “non bella”, vedremo e vi diremo. Speriamo di arrivare a Bertoua dove ci aspettano per la cena. Ci affidiamo ancora al buon Dio e continuiamo pian piano. Buona notte a tutti e grazie del sostegno










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