Carissimi tutti,
ci ritroviamo ancora una volta a sera a provare a raccogliere il vissuto della giornata. Papà è contento perché ha sentito la moglie, la lontananza comincia a sentirsi forse per il desiderio di condividere la profondità del vissuto. Oggi gita a Mokolo passando dal colle di Cosa. La strada doveva essere “bellissima” e si è rivelata invece parecchio impegnativa se pur in posti belli paesaggisticamente. È la vecchia strada, quella che arrivava dalla montagna prima della costruzione dei ponti sui mayo della pianura. Ora resta una bella strada tra le montagne e le case dei Mafa, caratteristici e ancora tradizionali. Una montagna super affollata, lavorata fino all’ultimo cocuzzolo, terrazza su terrazza, pietra su pietra. Abbiamo visitato le missioni storiche della diocesi quelle dalle quali son partiti i primi progetti della diocesi. Dopo 66km di pista arriviamo a Mokolo cittadina tipo Mora ma molto più ordinata nella costruzione perché una delle mogli del primo presidente veniva da lì. C’è ancora la pista di atterraggio dell’elicottero ormai abbandonata e forse mai usata. A Mokolo incontro con Piermario che ci racconta del centro Emmaus, e della bellissima esperienza con coppie con figli che per due anni studiano, lavorano imparano a lavorare la terra e a stare insieme. Un centro che in oltre 25anni ha formato molte famiglie diventate poi formatrici e animatrici nei villaggi. Pranzo dagli oblati dove Luca incontra père Gabi fondatore della parrocchia di Gudjindele che ha preparato il terreno ai preti italiani quando sono arrivati nel 1971. Un bagno di storia di ricordi un po’ come i vecchi che attorno a una birra raccontano aneddoti e incontri vissuti. Claudio incontra come formatore della casa un suo alunno del seminario ora sacerdote molto buono, ancora ricordi e inviti per lavorare insieme qui. Poi un passaggio veloce a vedere la scuola per sordomuti finanziata dai Sogni dei bambini di Saluzzo, due parole con una consacrata italiana e con sr Redenta (don Marco ricordi!) e riprendiamo la strada del ritorno piano piano, notando ancora più buche… Entriamo nella casa delle suore e Dino scendendo dalla macchina dice “è come se fossi passato nel tritacarne talmente ho ballato in macchina”. È proprio vero ma le strade qui son tutte così!
Arriviamo a Mora al tramonto, un attimo di riposo e messa insieme alle suore, momento importante di condivisione profonta del vissuto. Ora dopo una buona cena due parole insieme, purtroppo domani è l’ultimo giorno a Mora e cominciamo a pensare alla strada che ci aspetta, speriamo non troppo impegnativa. Lasciare Mora sarà difficile per il cuore ma… bisogna tornare altrimenti ci viene voglia di cominciare progetti etc. ma non è per ora…
Il viaggio continua, in questi giorni un viaggio di incontri, di persone conosciute con le quali abbiamo fatto un tratto di strada insieme, un tratto importante che resta in cuore. Poi a concludere ci sarà ancora strada dopo l’incontro con Barthelemy. Gustiamo questo dono e lo custodiamo in cuore nell’attesa di condividere con chi ci segue e ci accompagna. Buona notte a tutti a domani
|
Case Mafa. Questa è veramente la casa costruita sulla roccia |
|
La Campana è della conorrenza, ma ben fatta |
|
Donne che portano a casa l'acqua |
|
Suor Lucia |
|
Suor Lucia con dei bimbi al Villaggio Emmaus |
Mi piacciono molto i bimbi moretti con suor Lucia, assomigliano alla mia bambola preferita che ho chiamato Giulia, ma quando arrivate mi dite qualche nome africano da bimba così le cambio nome. Tanti saluti e un abbraccio. Gloria
RispondiElimina