Per sabato.
Carissimi tutti,
condividiamo anche oggi attraverso l’accesso internet dei
salesiani la giornata vissuta ieri a Pointe Noire. Finalmente sveglia più tardi
perché la colazione è servita solo dalle 8. In realtà dalle 7 e anche prima già
siamo alzati, abituati a ritmi ormai africani e a serata brevi.
Una colazione abbondante rimette in ordine e ci permette di
partire verso la parrocchia dei salesiani per incontrare padre Amilcare, veneto
da tanti anni qui dopo 20 anni di Cameroun. Decidiamo di andare a piedi visto
che non deve essere troppo lontano, Questo ci permette di passare tra la gente,
tra piccoli venditori, piccole officine apprezzando soprattutto l’arte di
arrangiarsi e di riparare cose che noi getteremo subito. La gente è cordiale e
l’unica cosa che colpisce è il colore della nostra pelle.
Arrivati alla scuola salesiana troviamo padre Amilcare in
ufficio, sta parlando coi ragazzi che hanno fatto il test per poter entrare da
loro per gli ultimi anni delle superiori. Ci accoglie sorridente e con calma
visitiamo la scuola. Questa mattina ci sono diversi gruppi di ragazzi che
stanno finendo una formazione finanziata dalla banca mondiale. Quattro
specializzazioni: meccanica generale, meccanica di auto, elettricità
industriale e civile per la manutenzione delle fabbriche e falegnameria. I
turni di scuola sono tre, mattino, pomeriggio e sera e gli alunni superano i
600. Raccontando della scuola ci racconta della realtà sociale. Solo da due
anni lo stato riconosce delle scuole professionali, prima non esistevano
neanche nel pensiero: tutti gli operai specializzati erano presi all’estero. Ci
sarebbe parecchio lavoro ma non c’era nessuna formazione. Qui l’Eni e la Total
hanno da 50 anni una presenza molto grande. Guerra o non guerra loro hanno
sempre estratto anzi forse alcune guerre sono legate al mondo del petrolio.
Come spesso accade i soldi non hanno profumo! È vero però che Amilcare ci
spiega che in questi ultimi anni con l’Eni si lavora abbastanza bene perché ha
fiducia nel loro lavoro e si è accorta che se si potessero avere operai
specializzati del posto a loro converrebbe molto. Così spesso fanno insieme
progetti. Degli ultimi gruppi di studenti praticamente tutti hanno trovato un
lavoro inerente a ciò che hanno studiato e questo è un buon segno, per lo meno
un po’ di denaro non esce da paese. La quantità di petrolio estratto è da
sempre un mistero e certamente questo significa che il guadagno dell’estrazione
non va neanche allo stato ma si ferma prima in qualche tasca.
Ci colleghiamo alla linea della scuola e riusciamo a
comunicare con l’Italia. Un’ora di silenzio tra blog e telefonini. Sappiamo che
Marco è bene arrivato a casa e ce ne rallegriamo.
Con Amilcare andiamo al centro dell’Eni che ha un ottimo
ristorante in riva all’oceano. Lui acquista dell’ottima verdura e ci presenta
alle guardie. Così gustiamo una birra in un mondo strano che è quello degli
italiani che lavorano qui, sono in 700. Non è un ambiente in cui ci troviamo
molto e allora salutiamo ed andiamo a passeggiare a lungo sulla riva
dell’oceano, bellissimo e con tantissima gente che passeggia come noi. Due ore
di distensione piacevole. Lasciamo l’oceano e andiam a visitare al Circle
africaine il primo museo del Congo. Museo patrocinato dall’Unesco dall’Eni e
dalla Total. Molto molto interessante tra storia della città, del Congo.
Un’ottima esposizione di maschere tradizionali e una della costruzione della
ferrovia che da Brazaville scende fino a Pointe Noire. Storia interessantissima
e patrimonio che si sta perdendo preferendo il trasporto su gomma. Rientriamo
in albergo solo per cambiarci andiamo a cena dai salesiani. Serata piacevole
ascoltando e raccontando. Una comunità tra giovani e anziani. Padre Valentino
80 anni, Alcide 67, il parroco, un secondo sacerdote che si occupa di ragazzi
di strada un seminarista e due volontarie austriache che si fermeranno un anno
con loro.
Ci riportano a casa e andiamo a nanna felici, una bellissima
giornata.
Ehiii, ciao a tutti ben arrivati a casa!!
RispondiEliminaCi faremo presto sentire.