venerdì 4 febbraio 2011

Venerdi 4 febbraio

Venerdì 04 febbraio ’11

Ultimo giorno a Mora. Non ci sembra vero; il tempo è passato come un baleno.
Sta mattina siamo andati a visitare il settore di Haissa-Hardé. Quante volte abbiamo fatto quella strada per andare a celebrare la messa o la liturgia della parola o semplicemente visitare la comunità. Al luogo della preghiera ci aspettava Michel, il catechista e il traduttore ufficiale delle celebrazioni. Un uomo semplice, buono che ha lavorato per anni nel vivaio creato da dei cooperanti francesi e poi portato avanti da solo. Quanti alberi ha piantato e fatto crescere in questa terra. Si vedono i risultati perché per esempio tutto il corso del torrente che passa qui ha le sponde protette da tanti eucalipti che oltre a rinforzare gli argini danno legna per il focolai delle famiglie. Quanti federbià (alberi che rendono fertile il terreno) abbiamo visto piantati nella campagna frutto di un lavoro fedele e costante anche di fronte a tante difficoltà.
Michel è anche il traduttore delle celebrazioni. Conosce ben nove lingue locali. Una vera manna per la comunità che è formata da tanta gente proveniente da luoghi e etnie diverse. È stato bello ascoltarlo raccontare della comunità e spiegare al responsabile del settore il lavoro svolto dai vari sacerdoti italiani che qui sono passati. Da Haissà siamo poi andati a Blablin il villaggio da dove viene Barthélemy, il vescovo da cui andremo domani. Siamo passati a salutare suo papà ancora vivente e malato di diabete e ipertensione che lo obbliga a rimane a letto. Secondo la tradizione di questi luoghi, ci ha regalato una gallina da mangiare quali suoi ospiti. Durante il rientro ci siamo fermati ad ammirare ogni tanto la bellezza della campagna ben lavorata di queste zone. È molto bello vedere i miglioramenti proprio nella tecnica di lavorazione. Tutti piccoli segni che fanno ben sperare nel futuro.
Per il pranzo ci aspettavano alcuni piatti locali preparati da delle donne della comunità.
Nel pomeriggio abbiamo avuto visita dalle suore di Makoulahé, Albertina e Assunta che ci hanno portato la posta per l’Italia e purtroppo è iniziato il triste rito dei saluti. La cena però è stata contrassegnata da un buon clima soprattutto grazie al bel carattere di suor Justine e di suor Berte. Abbiamo regalato loro un pezzo di stoffa per potersi cucire un vestito nuovo in ricordo del nostro passaggio. Dovevate vedere la loro gioia. Suor Lucia ci ha spiegato che per una donna africana è uno dei più bei regali che possa ricevere.
La prima lettura che la liturgia di oggi ci presentava parlava dell’accoglienza e di come attraverso di essa alcuni avessero accolto degli angeli. Noi non siamo degli angeli, ma sicuramente siamo stati accolti da degli angeli. Troppo bello che il cuore non è sufficientemente grande per contenere la gioia e la gratitudine nei confronti di questa terra e di questa gente che, nel passato ha riempito i nostri cuori, e ancora oggi ci ha fatto esultare di gioia. Un grazie speciale a Lucia di cui sentiremo sicuramente la mancanza. Dino in questi giorni diceva che non sarà sufficiente una cena o un gita in montagna per dire grazie, ma ci vorrà almeno un cena in ognuna delle nostre case e nemmeno così riusciremo a dire grazie di questi giorni.
Domani in tarda mattinata partiremo per Yagoua per incontrare Barthélemy e per consegnare il pick-up. Sarà sicuramente un momento importante del nostro viaggio.
Adesso a nanna perché domani sarà una giornata piena tra saluti e chilometri da percorrere.
Un abbraccio e a domani
Ad Aissà Hardè

Si prepara il cotone per la pesatura

Dal papà di Barthèlemy

Momenti di festa

Momenti di festa

3 commenti:

  1. un pensiero, letto senza cercarlo ieri sera...per accompagnare i momenti bellissimi e faticosi dei saluti.
    Un abbraccio grande
    fra

    Alla fine, la strada di ciascuno è la strada di tutti. Non vi sono viaggi isolati perchè non ci sono viandanti isolati. Tutti gli uomini sono uno e non vi è un'altra storia da raccontare.
    (Cormach Mc Carthy)

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  2. Ogni partenza, nel senso più lato del termine, apre una ferita più o meno grande, ma lascia anche un mare di ricordi e di emozioni. Comunque è bello pensare che "bisogna sempre alzarsi da tavola senza essere sazi" per aver voglia di riprogrammare, sperare e organizzare una prossima missione, un prossimo viaggio.

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  3. Domenica a Casteldelfino ci sarà la gara di fondo, ma lo speaker ufficiale é in Africa: come si fa? Vi potete collegare un attimo via internet?!
    Qui finalmente un tiepido sole fa ben sperare nell'arrivo della primavera, anche se a voi 10 gradi faranno sorridere!
    Vi lasciamo ai vostri saluti che, anche se un po' tristi, fanno parte del viaggio.
    Chiara e Bea

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