venerdì 8 settembre 2017

Dal monastero "Notre Dame de l'Atlas" di Midelt

carissimi tutti

Questa sera scriviamo dal silenzio del monastero trappista "Notre Dame de l'Atlas" a Midelt. Siamo stati accolti come dei vecchi amici. Eravamo passati qui nel gennaio del 2012 e ancora si ricordavano bene di noi. Allora eravamo in tre con Ruggero e la sua mitica Ducati desmo.
Ma cominciamo con ordine.
Sveglia presto e visita al campo rifugiati di Fes con Padre Matteo. È l'ultimo passaggio prima di tentare la scavalcata del muro di Ceuta o l'attraversata del mare verso la Spagna. Una popolazione mobile e che rappresenta gli Stati dell'Africa sub-sahariana. Poi perderanno anche l'identità per cercare di ottenere asilo.
Colazione e partenza per Midelt passando dalla città fantasma di Ifrane. Questa città fu costruita dai francesi nel tempo della guerra quando non potevano fare le vacanze in Francia. Costruirono una città simile a quelle che si possono trovare nei posti ricchi di villeggiatura.
Usciti da Ifrane, lasciamo la grande strada per inoltrarci nella foresta di cedri del Libano e nelle piste delle montagne del medio Atlante. Percorriamo strade sempre più piccole e battute solo dai pastori che ci guardano un po' stupiti e ci salutano. Ad un certo punto non sapevamo più dov'eravamo. La strada sterrata che stavamo percorrendo non era poi così male e i panorami erano senza fiato che sembrava di essere nelle nostre montagne. Ci siamo detti: "da qualche parte ci porterà e poi chiederemo a qualcuno. Effettivamente siamo arrivati su una strada asfaltata. Per fortuna abbiamo fermato un camion e abbiamo chiesto. Tutti e due eravamo convinti di dover andare a destra e il camionista ci ha detto che dovevamo svoltare a sinistra. Davanti al nostro stupore ci ha detto che non mancano molti km per arrivare a Midelt e la strada era bella. Adesso stiamo ancora guardando la cartina per capire che strada abbiamo fatto ma non riusciamo a capire. L'importante è che siamo arrivati soddisfatti della tappa e felici di poter stare al monastero tutto domani.
Vi ricordiamo tutti in modo particolare gli amici monaci e Ruggero con cui eravamo venuti qui nel gennaio del 2012. Allora la temperatura era un po' diversa.
Un abbraccio e a domani


1 commento:

  1. Che bello un giorno nel silencio del monasterio ma penso la pena con i nostri fratelli rifugiati Prego per voi e ví accompagno con tutto il cuore

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